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19/07/2018 00:00:00

Formazione in Sicilia, il Tar ha deciso. Da rivedere le graduatorie dell'Avviso 8

Il Tar Sicilia ha deciso. Con la sua sentenza ha dato torto agli enti storici che volevano annullare l’intero Avviso 8 del bando della formazione. L’amministrazione dovrà rivedere la graduatoria solo per quanto riguarda i criteri A1 e A2. Non esiste il rischio di perdita di risorse, nè sono indicati termini entro i quali si debba rifare la graduatoria. I 136 milioni di euro della Formazione sono salvi. Il mese di luglio che era il termine ultimo per le graduatorie salta  e se ne riparlerà a settembre. 

La sentenza di 51 pagine, ha molti riconoscimenti di legittimità e buona azione amministrativa all’assessorato guidato oggi da Roberto Lagalla e al suo braccio operativo, il dipartimento diretto da Gianni Silvia. E'  stato ritenuto infondato il punto di ricorso che pretendeva l’applicazione delle norme del codice degli appalti poiché non di una gara pubblica si tratta, dice in sostanza il Tar, ma «si agisce in regime di concessione di contributi».

Una mina che, se esplosa, avrebbe travolto l’intero bando. Praticamente, basta il fatto dell’accreditamento, senza le certificazioni e le documentazioni capillari richieste per partecipare a incanti pubblici. 

I tempi di pubblicazione e nubi si accavallano con le sorti dell’altro pilastro in fieri della Formazione, l’Avviso 2 dell’attuale amministrazione. La pubblicazione a settembre, infatti, correrebbe in parallelo con lo sblocco dell’Avviso 2, che di milioni ne stanzia 125, domande per 240 milioni di euro e termini scaduti il 26 giugno.

 Il Tar ha rimodulato i punteggi partendo da base 1 e non più da 4. Gli enti storici, in pratica, ora sperano che il punteggio dato all’esperienza marchi differenze più nette nei confronti degli enti di fresco accreditamento. Si tratta dei criteri di valutazione A1 e A2, che danno fino a 24 punti su 100 di potenziale bottino totale. Praticamente, l’ente più giovane che avesse fatto alcuni corsi e fosse in ballo da un paio d’anni, partiva comunque da una cifra superiore a 1, avvicinandosi così, sostengono gli avvocati, «eccessivamente a chi avesse invece fatto 200 corsi in cinque anni». Loro sperano in ribaltoni, l’assessorato non vede all’orizzonte terremoti.