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27/07/2018 07:15:00

Il caso dei poliziotti di Mazara sotto processo. Assolto il Commissario Nicotri

 L’attesa sentenza nel processo “Pecoraro Vito + 3” non c’è stata. Il Tribunale di Marsala, infatti, ai fini della decisione, ritiene “assolutamente necessario” poter contare su alcune perizie tecniche per approfondire e chiarire il punto nodale dei documenti che, secondo la Procura, sarebbero stati redatti al Commissariato di Mazara parecchio tempo dopo l’episodio delle mancate sanzioni alla Panda di Misuraca, ma retrodatati, al fine di giustificare il comportamento omissivo dei poliziotti Vito Pecoraro e Vincenzo Dominici.

E in questo, sempre secondo l’accusa, Antonio Sorrentino sarebbe stato “complice” dei suoi due colleghi. Le accuse a vario titolo contestate ai tre poliziotti sono abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, favoreggiamento e calunnia in danno dei carabinieri. I periti saranno nominati il 20 settembre. Ma alcune decisioni il Tribunale le ha, comunque, prese. Ha, infatti, assolto (“il fatto non costituisce reato”) dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio l’ex dirigente del Commissariato di polizia di Mazara, Carlo Nicotri. E dalla stessa accusa, seppur per la “lievità del fatto”, è stato assolto anche il sovrintendente Antonio Sorrentino. Quest’ultimo, comunque, rimane ugualmente sotto processo, con altre accuse, insieme ai due colleghi che furono indagati per primi: il sovrintendente Pecoraro e l’assistente Dominici. E cioè quelli ai quali si contesta di non avere adottato, il 19 aprile 2012, alcuna sanzione - né sequestro, né multe - per un’auto (Fiat Panda) priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo dell’Agenzia delle Entrate. Il fatto venne fuori perché sul mezzo i carabinieri avevano piazzato una microspia. Infatti, il proprietario dell’auto, Vittorio Misuraca, quel giorno al volante in compagnia di una prostituta sudamericana, era indagato per sfruttamento della prostituzione. Per questo fatto, e gli altri che ne seguirono, per Pecoraro, Dominici e Sorrentino il pm Antonella Trainito ha già chiesto la condanna. Per Carlo Nicotri, invece, il pm aveva chiesto l’assoluzione. Per lui, dunque, processo finito. La Procura non farà appello. Dopo la sentenza, l’avvocato difensore Antonino Sugamele ha dichiarato: “Esprimo soddisfazione per il risultato ottenuto. Per il dottor Nicotri finisce un calvario che avrebbe potuto essere evitato sin dall’inizio”. Secondo l’iniziale accusa, nell’ottobre 2014, il commissario Carlo Nicotri rivelò al comandante della Compagnia dei carabinieri di Mazara l’esistenza di una denuncia presentata in commissariato contro due militari dell’Arma. Nel corso del processo, però, il questore Maurizio Agricola ha detto di averlo autorizzato. Era il 25 ottobre 2016 e dopo questa affermazione il presidente Saladino sospese l’esame e invitò il questore a nominarsi un difensore di fiducia per aver reso “dichiarazioni autoindizianti”. Stesso invito rivolse il presidente del collegio giudicante a un’altra teste: Laura Tuccio, vice capo di gabinetto della Questura di Trapani. Agricola e Tucci erano stati chiamati a testimoniare dall'avvocato Sugamele. L’inchiesta, svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, è nata in seguito agli sviluppi del procedimento che, il 6 luglio 2015, in Tribunale, ha visto condannati Pecoraro e Dominici a tre anni di reclusione ciascuno, nonché a 5 di interdizione dai pubblici uffici, per falso ideologico. Per questo processo è in corso l’appello.

Lo scorso 19 giugno, il pm Trainito ha invocato sei anni di carcere per Pecoraro e Dominici e tre anni e mezzo per Sorrentino. A difendere i tre poliziotti sono gli avvocati Giuseppe De Luca, Gianni Caracci, Paolo Paladino, Maurizio D’Amico e Stefano Pellegrino.