Torniamo ad occuparci degli accessi al mare. Lo abbiamo fatto costantemente questa estate sulle pagine di Tp24.it. Quelli che fino a qualche tempo fa erano i punti d’ingresso che permettevano a tutti i cittadini di arrivare liberamente in spiaggia, sono stati cancellati subito dopo la sentenza del Tar Sicilia la n°836/2016, che nello specifico interveniva nel merito di un caso sorto nella zona di Sciacca, e che sostanzialmente ha dato ragione ai proprietari delle abitazioni, dando loro il via libera a poter chiudere i cancelli.
Ieri abbiamo pubblicato la lettera di Antonello, un lettore che vive fuori e da tanti anni ama trascorrere le ferie e godersi il mare di Marsala. Con le sue parole, amare, vista la situazione attuale, ha concluso invitando tutti i marsalesi a comprare e mettere un lucchetto ad ogni cancello che ostruisce il libero accesso ai bagnanti.
Le reazioni alla lettera di ieri - Sono state tante e diverse le reazioni e i commenti a questa lettera. C’è chi ha commentato rassegnata come Elena: “Caro Antonello, pur essendo in tutto d'accordo con te, purtroppo l'amministrazione comunale non può fare niente, perché una sentenza del Tar ha autorizzato i proprietari di questi passaggi a mettere i lucchetti per bloccare il passaggio”.
Più diretto il commento di Caterina: "Quei fabbricati a due passi dal mare non dovrebbero esserci. Inoltre c'è anche la beffa di non lasciare il passaggio al cittadino per potersi recare al mare, come se la spiaggia fosse proprietà privata vergognoso!".
Molto "colorito" quello di Roberto: “Queste persone sono dei pezzi di m… non hanno rispetto m…”.
Anna, invece, si chiede: “Quante case abusive si trovano nella zona? In quale demanio sono andati i proprietari per avere l'autorizzazione a costruire in prossimità della spiaggia o del mare?". Mentre per Seby:"Sicuramente tra le tante case abusive ci saranno anche quelle di qualche politico o ex politico".
Fin qui reazioni dettate dalle emozioni e dall'istinto, più riflessivo, invece, è stato Salvatore: “Buttare giù una casa abusiva non trasforma il terreno da privato in pubblico. Usare le ruspe per buttare giù case abusive, anche se corretto, non crea accessi al mare. Se ho un terreno coltivato a patate non posso tollerare che la mia proprietà diventi luogo per esodi estivi. Il Comune conosce bene quali sono gli accessi al mare che potrà far usare attraverso richieste di servitù. La proprietà privata va tutelata e ciò che è abusivo va perseguito, ma non confondiamo e le due cose”.
Donatella ha raccontato addirittura un aneddoto:"Ieri una ragazza arrivata alle 12 in spiaggia, trovandola piena di persone, si lamentava, perché non è giusto che una che ha la casa lí non trova neanche il posto per mettere il suo telo mare!".
"Non possiamo farci nulla"- La questione degli accessi al mare, dunque, è tutt'altro che risolta. Nei mesi scorsi scorsi per primi dal Comando dei Vigili Urbani hanno detto:"Non possiamo farci nulla", ripetuto quasi come una mantra.
La servitù di passaggio - All’inizio dell’estate poi, come abbiamo raccontato in questo articolo, qualcuno ha pensato addirittura di chiudere con dei tufi i vecchi accessi. A quel punto abbiamo sentito l’assessore ai Lavori Pubblici, Salvatore Accardi, che ci disse che si stava valutando la possibilità di una soluzione alternativa, quella di creare una servitù di passaggio, dopo avere fatto gli espropri temporanei o permanenti. A distanza di un mese e mezzo - oggi è l’ultimo giorno di luglio -, l’estate è ormai al giro di boa, e di soluzioni, da quel che sappiamo, non ne sono state trovate e probabilmente per questa estate non ce ne saranno.
La soluzione? forse nella stessa sentenza - La sensazione è che non ci sia nemmeno la volontà di trovare soluzioni e l’immobilismo dell’amministrazione appare evidente. Un po’ perché sulle casse comunali è piombato quel debito non previsto di tre milioni di euro per l’area artigianale, un po’ perché ci si è adagiati sulla sentenza del TAR, che, sembra un qualcosa di insuperabile. In realtà, non è così, perché nella stessa sentenza si sottolinea il fatto che il Comune che voglia impedire ad un cittadino di sbarrare l'accesso pedonale alla spiaggia può farlo dimostrando l'esistenza di una servitù di uso pubblico, così come del resto prospettato da Accardi.
La sentenza del 5.2.2015 n°2108 della Cassazione stabilisce, inoltre, che in presenza di una servitù ad uso pubblico, è onere della parte che invoca l'esistenza di tale servitù provare la messa a disposizione del bene a favore della collettività.
APPELLO DEL CONSIGLIERE NUCCIO - Sulla vicenda degli accessi al mare, abbiamo chiesto qual è il pensiero del consigliere comunale Daniele Nuccio, il quale, invitando l’amministrazione a trovare una soluzione, avviando un percorso di esproprio per arrivare alla servitù, fa intanto un appello ai proprietari degli immobili che si trovano nella zona:
"Trovo questa storia davvero grottesca. La giustizia amministrativa che proibisce ai cittadini di fruire di un bene comune qual è la spiaggia e il mare. Di fatto però le determinazioni alle quali giunge la giustizia, piacciano o meno le si devono rispettare. Ecco che dovrebbe prevalere il buon senso. I proprietari degli immobili che insistono lungo quelli che fino all'anno scorso erano gli accessi al mare rinuncino alla chiusura dei cancelli. Permettano ai propri concittadini di raggiungere a piedi la spiaggia, il bene di tutti. Diversamente avra' prevalso l'arroganza di pochi a discapito dei molti. Questo è l'appello che mi sento di rivolgere a quanti vorranno ascoltarmi. L'amministrazione si impegni a trovare intanto delle soluzioni alternative avviando gli espropri che si riveleranno necessari al fine di dimostrare le opportune servitù ed il conseguente diritto al passaggio".