Avrebbe “ripulito” l’abitazione dell’anziana a cui faceva da badante. Ma non nel senso di garantirne le condizioni igieniche, ma nel senso di depredarla di ogni oggetto di valore: mobili antichi, quadri e gioielli.
Protagonista della vicenda è una donna marsalese di 70 anni, Angela Castoro, finita sotto processo con le accuse di furto in abitazione, aggravato dall’avere “commesso il fatto con abuso di relazioni domestiche e di prestazione d’opera”, ma anche per abbandono di incapace.
La donna ha lavorato come badante di un’anziana marsalese (V.M.A., classe 1920, abitante in via Calogerò Isgrò) fino ai primi del 2013. Il processo, avviato davanti al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, è scaturito dalla denuncia di una nipote ed erede di V.M.A., Sabrina Anastasi, che si è costituita parte civile con l’assistenza degli avvocati Corrado Nicolaci e Mauro Torti. La nipote, in Tribunale, ha detto che negli ultimi mesi di vita della zia si è accorta che dall’abitazione in cui viveva la zia, assistita da due badanti, erano “scomparsi mobili, quadri e gioielli”. E una parte di mobili e arredi di inizio ‘900 scomparsi dall’abitazione di V.M.A. furono, poi, rinvenuti nell’abitazione della badante finita sotto processo. Nell’abitazione della Castoro, come si legge nel decreto del gip che dispone il giudizio, furono rinvenuti “due portavasi in legno, un orologio a pendolo, una piccola toilette dei primi del ‘900, un appendiabiti con annesso portaombrelli dei primi del ‘900 e una cassettiera stile liberty”. A difendere l’imputata è l’avvocato Peppe Gandolfo, che dichiara: “Sarà dimostrata l’innocenza della badante Castoro che ha acquistato alcuni beni mobili dalla Anastasi unitamente ad altri parenti ed estranei”. Sempre nell’atto d’accusa, intanto, si legge che la Castoro si sarebbe impossessata anche di altri arredi spariti dall’abitazione di V.M.A, che morì il 5 marzo 2013, dopo circa un mese e mezzo dal ricovero in una casa di assistenza per anziani. A sparire dall’abitazione al primo piano di via Calogero Isgrò sarebbero stati anche “un intero salotto composto da divano, poltrone, sedie e tavolini sempre dei primi del ‘900, due vetrine ed una scrivania, nonché svariati gioielli e circa dieci quadri dipinti dal pittore Giuseppe Anastasi”. L’ex badante è, inoltre, accusata anche di aver abbandonato a se stessa V.M.A., che nel decreto del gip che dispone il giudizio viene definita “persona incapace per malattia di mente (affetta da demenza senile) e per vecchiaia (classe 1920) di provvedere a se stessa”.