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13/09/2018 08:10:00

Marsala, voleva "qualeddro", ma le vendono una pianta velenosa. Condannati

Non era borragine, ma la velenosa mandragora, quella che il 10 novembre 2015 due ambulanti di Marsala vendettero ad una donna di 78 anni (Anna Laura Maria Mistretta, originaria di Mazara) che dopo avere cotto e mangiato, la stessa sera, quella verdura si sentì male e due giorni dopo morì, per intossicazione, all’ospedale “Paolo Borsellino”.

Per questo, adesso, i due venditori ambulanti sono stati condannati, per omicidio colposo in concorso, ad un anno e 4 mesi di carcere dal gup di Marsala Riccardo Alcamo. I due condannati sono i marsalesi Salvatore Aramu, di 59 anni, e Pasquale Zizzo, di 29. La pena (che poteva essere più severa senza lo sconto di un terzo dovuto al rito abbreviato) è stata dichiarata “sospesa” per Zizzo, ma non per Aramu, che ha un precedente penale.

Ma rischia anche Zizzo. Per lui, infatti, la sospensione della pena è condizionata al pagamento alle tre parti civili (i tre figli della vittima), rappresentate dall’avvocato Ignazio Bilardello, di 50 mila euro ciascuno a titolo di risarcimento danni “provvisionale”. In tutto, quindi, i due venditori ambulanti condannati dovranno versare, in solido, 150 mila euro. Pare, che la Mistretta, presente anche la figlia, volesse del “qualeddru”, ma i due venditori l’avrebbero convinta ad acquistare un altro tipo di verdura, dicendole che era “più dolce da mangiare”. E ciò si rivelò letale. Dopo la sentenza, il legale di parte civile, Ignazio Bilardello, ha dichiarato: “L’attività d’indagine portata avanti scrupolosamente dal pubblico ministero e l’integrazione probatoria disposta dal Gip non hanno lasciato margini a dubbi e incertezze sulla causa della morte della signora Mistretta Anna Laura, ne tantomeno sulla responsabilità degli imputati. Una condanna giusta e condivisa”.