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06/10/2018 07:31:00

Processo a tre poliziotti fino al 2015 in servizio a Mazara, Tribunale nomina tre superperiti

 Saranno tre super periti a dover stabilire se una relazione di servizio redatta al Commissariato di Mazara del Vallo e datata 19 aprile 2012 è davvero falsa, in quanto retrodatata, proprio al fine di scagionare due dei tre poliziotti dalle accuse, come sostiene la Procura, oppure no.

I tre super periti (Paolo Reale, Salvatore Tramonte e Valerio Causin) sono stati nominati dal Tribunale di Marsala nel processo che vede imputati, per abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, favoreggiamento e calunnia in danno dei carabinieri, tre poliziotti che fino al 2015 erano in servizio al Commissariato di Mazara: i sovrintendenti Vito Pecoraro e Antonio Sorrentino e l’assistente Vincenzo Dominici.

Per i tre poliziotti, il pm Antonella Trainito ha già chiesto la condanna. Sei anni di carcere sono stati invocati per Pecoraro e Dominici. Tre anni e mezzo, invece, per Sorrentino.

L’inchiesta, svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, è nata in seguito agli sviluppi del procedimento che, il 6 luglio 2015, in Tribunale, ha visto condannati Pecoraro e Dominici a tre anni di reclusione ciascuno, nonché a 5 di interdizione dai pubblici uffici, per falso ideologico in concorso. Processo nel corso del quale è scaturita l’indagine che vede Pecoraro e Dominici, insieme con Sorrentino, accusati di avere redatto una relazione di servizio, per la Procura “falsa”, in quanto retrodatata, proprio al fine di scagionare i primi due poliziotti dalle imputazioni. A Pecoraro e Dominici si contesta il fatto di non avere adottato, nel 2012, alcuna sanzione (né sequestro, né multe) dopo avere fermato, ad un posto di blocco, un’auto (Fiat Panda) priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo dell’Agenzia delle Entrate. Sul mezzo, però, i carabinieri avevano piazzato una microspia. Il proprietario, Vittorio Misuraca, quel giorno in compagnia di una prostituta sudamericana, era infatti indagato per sfruttamento della prostituzione. Ma il 30 giugno 2014, davanti il Tribunale di Marsala, nel processo ai due colleghi, il sovrintendente Sorrentino dichiarò che c’era una relazione di servizio, datata 19 aprile 2012, in cui Pecoraro spiegava che al posto di blocco non furono adottati provvedimenti perché sapeva che sull’auto c’era la microspia dei carabinieri. Dall’indagine condotta, però, da Procura e sezione di pg della Guardia di finanza, sarebbe emerso che la relazione di servizio sarebbe stata redatta nel 2014. A difendere i tre poliziotti sono gli avvocati Giuseppe De Luca, Maurizio D’Amico, Stefano Pellegrino e Gianni Caracci.