In Corte d’Assise a Palermo ha avuto inizio il processo ad Aminta Altamirano Guerrero, la donna condannata a 24 anni di carcere con l'accusa di aver ucciso il figlio Lorenz di 5 anni. Il procuratore generale ha relazionato sulle motivazioni della sentenza di primo grado.
La lettera trovata dalla polizia di Alcamo in una borsa della donna sarebbe uno tra gli elementi che la inchioderebbero. Una sorta di testamento, secondo i giudici, che proverebbe come Aminta avrebbe deliberatamente ucciso il figlioletto per ritorsione nei confronti del compagno l’alcamese Enzo Renda, colpevole di avere avuto una relazione mentre si trovava in Germania per lavoro. La Altamirano Guerrero era arrivata ad Alcamo per via della relazione con Vincenzo Renda, papà di Lorenz, dal quale si era separata dopo una relazione burrascosa finita con tre denunce per maltrattamenti nei confronti del marito, che dopo la separazione era emigrato in Germania per lavorare come pizzaiolo.
Il 13 luglio di tre anni fa il piccolo Lorenz fu trovato privo di vita nel suo letto per una dose letale di amitriptlina, contenuta nel Laroxyl, un antidepressivo che la donna prendeva per una cura. La donna si è sempre professata innocente ma in primo grado è stata condannata dai giudici del tribunale di Trapani. Tra gli altri elementi di prova ripercorsi dal Procuratore Generale, un sms inviato ad un’amica e infine gli esiti delle perizie sul contenuto di quel flaconcino bevuto dal bambino. La difesa della donna è affidata agli avvocati Saro Lauria e Caterina Gruppuso.