Dopo la tragedia di Casteldaccia, dove sono morte nove persone all’interno di una casa abusiva travolta dal fiume Milicia, la politica regionale si mette a lavoro sul tema dell’abusivismo.
Lo fa nel modo giusto, nel modo serio? O come in passato è soltanto una spinta emotiva, per poi strizzare l’occhio agli abusivi, per non fare nulla ed accaparrarsi i voti di un bacino elettorale molto ampio in Sicilia? Sono migliaia gli immobili abusivi nell’Isola. Case costruite in barba alle norme edilizie in riva al mare, o negli alvei dei fiumi, o in zone ad alto rischio idrogeologico. Immobili abusivi che dovrebbero essere demoliti ma nella maggior parte dei Comuni le amministrazioni tentennano e non eseguono le ordinanze di demolizione. Su questi temi si sta tentando, all’Ars, di mettere mano ad una legge che spinga i sindaci non tergiversare più sulle demolizioni. Nelle intenzioni del governo regionale, che ha predisposto il disegno di legge, c’è quella di rimuovere i sindaci che non eseguono le demolizioni.
“Provvedimenti urgenti dei sindaci in materia di abusivismo edilizio”, su questo tema e in merito al relativo ddl (n.428) l’AnciSicilia è stata ascoltata dalle Commissioni Ars I (Affari istituzionali) e IV (Ambiente, Territorio e Mobilità) in seduta comune.
Hanno preso parte all’audizione Leoluca Orlando, Mario Emanuele Alvano e Luca Cannata, rispettivamente presidente, segretario generale e vice presidente vicario dell’Associazione dei comuni siciliani.
Durante l’audizione l’Associazione ha manifestato le proprie perplessità circa l’impostazione del disegno di legge governativo, ritenendo che “una materia così complessa dovrebbe essere trattata in modo tale da distinguere nettamente le problematiche legate al dissesto idrogeologico da quelle legate al fenomeno dell’abusivismo edilizio e da quelle che riguardano il riordino delle competenze in materia di protezione civile”.
“Nel merito del provvedimento – hanno spiegato Orlando e Alvano – se l’obiettivo è quello di preservare l’incolumità pubblica, le disposizioni previste dall’articolato dovrebbero applicarsi sia agli immobili abusivi sia agli immobili regolari da un punto di vista urbanistico, valutando esclusivamente i rischi per i cittadini. Abbiamo, quindi, chiesto che il testo definisca in maniera tassativa le situazioni di pericolo per le quali va emessa l’ordinanza di sgombero, evitando in tal modo che si possano determinare problematiche interpretative”.
Altri rilievi al ddl 428 sono stati mossi facendo riferimento “ai dubbi sull’assenza di scelte circa le soluzioni da adottare una volta trascorsi i 60 giorni per i quali è possibile soddisfare l’urgente necessità abitativa”.
Infine, Luca Cannata, vice presidente vicario dell’Associazione dei comuni siciliani, ha osservato che “le risorse previste per far fronte all’esecuzione dell’ordinanza sono comunque sottratte ai fondi per le autonomie locali e quindi, di fatto, si lascia interamente a carico dei comuni anche l’onere finanziario per provvedere alle esigenze immediate dei proprietari che devo abbandonare le loro abitazioni”.
Dopo l’audizione dei rappresentanti dei Comuni in audizione, sono intervenuti alcuni esponenti politici che fanno parte delle stesse commissioni. La deputata regionale Marianna Caronia è certa che l’Anci possa “fornire un valido supporto all’ARS nella redazione di un disegno di legge che tenga conto di tutte le esigenze in campo, prima fra tutte quella della sicurezza dei cittadini e del territorio”. Per questo la deputata regionale ha chiesto all’Associazione dei Comuni di fornire elementi utili ad integrare il DDL del Governo, “in particolare per quanto riguarda la progettazione dei piani regolatori, l’appostamento di somme per le indagini geologiche, la riproposizione dei piani di edilizia economica e popolare e quelli di edilizia convenzionata e sovvenzionata come risposta al disagio abitativo e strumento di prevenzione dell'abusivismo”.
Dopo la tragedia di Casteldaccia la politica pare si voglia dare una mossa. “Siamo tutti coscienti del fatto che gran parte dei drammi e dei danni sono dovuti all’abuso del territorio, allo sfruttamento intensivo di alcune aree, alla cementificazione e all’abusivismo edilizio. Tutti fenomeni su cui troppo debole è stato il controllo per anni, se non per decenni.
Nel porre freno e rimedio a questi fenomeni, occorre però che si tenga conto di quanto hanno edificato per necessità, spesso la propria prima ed unica casa. E’ giusto quindi che lo Stato e tutte le Istituzioni trovino strumenti perché queste persone, che devono certamente lasciare le abitazioni realizzate in luoghi non sicuri, non siano abbandonate a sé stesse."
In commissione c’era anche il deputato regionale marsalese Stefano Pellegrino, presidente della I Commissione, che si concentra sulla possibilità di rimuovere i sindaci nel caso in cui non dovessero eseguire le ordinanze di demolizione. "Comprendo che per i Sindaci è particolarmente penosa e grave la rimozione dalla Carica in caso di mancata esecuzione dell'ordinanza di esecuzione. Però, l’omissione sarà sanzionata solo in caso di grave e persistente violazione dell’obbligo attuativo dell’ordinanza stessa”.
"Inoltre - chiosa il Parlamentare di Forza Italia – in Commissione Affari Istituzionali sarà posto all’ordine del giorno, già dal prossimo martedì, il ddl che potrebbe ovviare alle preoccupazioni di Anci Sicilia sull’eccessiva burocrazia per gli stanziamenti dei fondi regionali ai comuni".
“In verità – conclude Pellegrino – con l’attuale ddl si vogliono adottare le misure urgenti per la salvaguardia dell’incolumità pubblica. Il dibattito è stato assolutamente proficuo, in considerazione del fatto che l’incolumità, sia pubblica che privata, esige lo sgombero non solo degli immobili abusivi, ma anche di quelli non abusivi e soggetti al pericolo del dissesto idrogeologico. Su questo bisognerà confrontarsi e perfezionare un eventuale nuovo ddl su un piano di riordino urbanistico del territorio”.