Sono 42 i dipendenti che sono stati denunciati per assenteismo dal posto di lavoro presso l'assessorato alla Salute di piazza Ziino a Palermo. Travolta la Sanità siciliana, i furbetti del posto pubblico, quelli che erano lì ma fisicamente si trovavano dal parrucchiere o al bar con la fidanzata.
Molti di loro sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, altri hanno l'obbligo di firma e altri ancora sono stati denunciati a piede libero. Una segnalazione anonima arrivata alla Guardia di Finanza che ha avviato le indagini e che ha portato a questi arresti, una indagini durata due anni.
L'ufficio non come posto di lavoro, i dipendenti arrivavano e poi dritti fuori a fare altro, tutte faccende private. Tanto, per dimostrare che erano lì bastava semplicemente digitare il proprio login e password sul computer utilizzato. E' questo il metodo utilizzato per dimostrare la presenza del dipendente. Pedinamenti e telecamere nascoste per scoprire che in molti non erano dove dovevano stare ma in giro per corso Calatafimi, in un bar, in un negozio, dal fruttivendolo, alla posta. Un malcostume che piove oggi sulla cronaca della Sanità siciliana e che svela gli altarini di dipendenti che hanno quattrocento ore di lavoro attestate ma mai effettuate.
I dipendenti risponderanno di falsa attestazione della presenza in servizio, truffa aggravata a danno di un ente pubblico, accesso abusivo al sistema sistema informatico di un ufficio pubblico per i quali è prevista anche la reclusione.
Undici sono finiti agli arresti domiciliari e si tratta di Nicola Bonello, Gabriella Gugliotta, Salvatore Migliorisi, Giovanni Bronzo, Angelo Lentini, Fulvio Monterosso, Luciano Romeo, Ivan Trevis Vito Saputo, Benedetto Sciortino e Letterio Taormina.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giovanni Allegra, Marco Camarda, Anna Maria Chiavetta, Antonino Costumati, Salvatore Gervasi, Giuseppe Magno, Giuseppe Maranzano, Angela Maria Misseri, Giuseppina Palazzolo, Giovanna Tagliavia e Francesco Bongiorno.
Tutti gli altri sono stati denunciati ma non sono sottoposti a nessuna misura restrittiva.
Prende posizione Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute, che è pronto a licenziare i dipendenti infedeli. Razza ha poi dichiarato che tra i primi atti del suo insediamento c'è stata la direttiva sul controllo delle presenze e che i fatti per i quali si procede sono antecedenti all'insediamento di questo governo.