Lunedì scorso, a Triscina di Selinunte, le ruspe di Stato hanno demolito la prima delle 85 case abusive. E’ la prima vera azione dello Stato contro l’abusivismo locale, se si escludono un paio di demolizioni eseguite qualche anno fa, ma di manufatti già cadenti o mai ultimati. Quella di ieri era una casa attaccata ad un’altra che il proprietario ha invece finito di abbattere da sé, una decine di giorni fa.
In quel caso, i costi dei lavori sono stati ridotti di quasi la metà, non essendo obbligatorio per il privato riferirsi al prezziario regionale, come avviene nelle demolizioni i cui costi vengono anticipati dal comune. Una scelta che oggi, anche volendo, non sarebbe più possibile fare, a causa della già avvenuta pianificazione da parte dell’impresa Cogemat di Trapani che si occupa dei lavori.
C’è da abbattere una seconda casa lato terra, ed il prossimo blocco sarà di 31 immobili, che comprenderanno i primi 12 più il resto ricadente nell’elenco degli 85. E si tratterà di manufatti tutti fronte mare. In seguito sarà la volta di altri tre raggruppamenti, fino al completamento dell’intero elenco.
Ci sono due case dove vi abitano anche d’inverno, i cui “destinatari degli avvisi di sgombero - afferma il commissario straordinario, Salvatore Caccamo - mi hanno chiesto un alloggio alternativo. Si tratta di casi eccezionali e abbiamo già intrapreso dei contatti con delle strutture dove poterli inserire”.
Per quanto riguarda le prossime acquisizioni forzate, se l’ex proprietario non ha svuotato l’immobile da arredamento e suppellettili, questi rappresenterebbero per lui un ulteriore costo: il comune, infatti, sarebbe costretto a trasferire altrove i beni inventariati al suo interno, addebitandogli anche le spese della custodia.
Contemporaneamente, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, (formato dal questore, dal comandante dei carabinieri e della guardia di finanza) garantisce lo svolgimento dei lavori in condizioni di sicurezza. Anche se si ha la netta impressione che, seppur prevista dalla legge, la presenza di polizia e carabinieri non abbia affatto il problema di difendere gli operai che eseguono le demolizioni dalle reazioni degli ex proprietari. Sembra invece che, al di là della comprensibile amarezza, l’atmosfera sia di assoluta compostezza e di contegno.
Egidio Morici