Ancora un’altra pecora uccisa dai cani. Si tratta sempre dello stesso allevatore, Filippo Martino, il cui ovile nei giorni scorsi era stato oggetto di un attacco da parte di un branco di randagi, che avrebbero ucciso una ventina di animali. Attacco poi ripetuto nell’ovile del fratello Salvatore, con ulteriori vittime.
Stavolta il gregge era stato condotto al pascolo in una sorta di piccola pineta nella periferia nord di Castelvetrano, lontano dal suo ovile ed adiacente a delle abitazioni. L’animale, probabilmente è stato attaccato da alcuni cani di quartiere, nei pressi di Via Sicilia.
A trovare la pecora ferita e sanguinante, abbandonata sul ciglio della strada è stata Miriam Lo Sciuto, che lunedì scorso ha chiamato i vigili urbani, i quali sono riusciti a contattare l’allevatore. Quest’ultimo, forse esasperato dalle numerose perdite dei giorni scorsi, avrebbe “rinunciato alla proprietà” della pecora comunicando ai vigili, secondo quanto ci racconta Miriam, la sua intenzione di lasciare lì l’animale morente, per poi tornare la sera a riprendersi i resti, dopo che i cani l’avrebbero divorata.
“I vigili hanno chiamato il veterinario Asp reperibile – ci racconta la ragazza – che, riluttante, le ha fatto l’eutanasia, spiegando che comunque si trattava di uno spreco, dal momento che la pecora non poteva essere considerato un animale d’affezione. Almeno però sono state evitate ulteriori sofferenze. E’ stato davvero straziante assistere a quella scena. Oggi il mio timore è che possano avvelenare i cinque cani di quartiere della zona. Sono cani docilissimi, sterilizzati e sfamati da molte persone che abitano nei dintorni.”
Sull’accaduto la presidente dell’Enpa di Castelvetrano, Elena Martorana, ha commentato:
“Purtroppo queste sono le conseguenze di anni di mancati controlli e sanzioni. Nonostante il canile abbia fatto nel tempo innumerevoli sterilizzazioni, sembra sempre di essere al punto di partenza.
Le associazioni che collaborano col canile fanno quello che possono in termini di adozioni, ma se non si interviene a monte, anche il nostro lavoro viene vanificato. Sono certa che il branco che aveva sbranato nei giorni scorsi le pecore nell’ovile in campagna, non sia questo. Mi auguro che si riesca ad individuare i responsabili, agendo in modo civile.”
Egidio Morici