Rimettevano a nuovo camion dell'Esercito italiano, acquistati all'asta, che dovevano essere dismessi, ma che invece venivano esportati in Somalia e destinati ai terroristi di Al Shabaab. Per questi fatti otto persone, tra cui un meccanico di Alcamo, rischiano di essere processati.
L'inchiesta avviata 5 anni fa dalla sezione antiterrorismo della Dda di Palermo ha portato adesso alle richieste di rinvio a giudizio per quattro somali, un marocchino, due siciliani e un veronese. L'udienza preliminare si terrà mercoledì prossimo, e le otto persone dovranno rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla violazione dell'embargo di armamenti a favore della Somalia con l'aggravante della transnazionalità. In particolare, secondo quanto emerso dall'inchiesta, all'interno di un'officina meccanica di Alcamo venivano messi a nuovo mezzi militari dell'esercito, esportando materiale di armamento in violazione dell'embargo nei confronti della Somalia. Gli indagti sono Alessandro Pozzani, residente a San Giovanni Lupatoto, provincia di Verona e Salvatore Sanfilippo, residente a Catania, che avrebbero partecipato elle aste per acquistare i camion dismessi. L'inchiesta ha portato a scoprire ad Alcamo un'autofficin in cui sarebbero stati sistemati per l'esportazione otto camion. Così tra gli indagati c'è anche il meccanico alcamese Antonio Ingoglia, 46 anni. Poi intervenivano i somali e il marocchino, che si sarebbero attivati per portare i camion nel paese del Corno d'Africa.