Questa volta l'impugnativa della legge di Stabilità nazionale è arrivata. La giunta ha deciso di portare davanti alla Corte Costituzionale ben 4 articoli della manovra voluta da Di Maio e Salvini. Una settimana - come racconta il gds - fa la giunta rinunciò in extremis a impugnare le norme che obbligano a tagliare i vitalizi. Ora nel mirino del governo Musumeci sono finiti i commi 857, 859, 862 e 863 della legge di Stabilità (che essendo stata approvata con voto di fiducia è composta da un solo articolo e un migliaio di commi). Queste norme obbligano la Regione a contrarre un nuovo mutuo. E questo Palazzo d'Orleans non vuole farlo.
Le norme nazionali sono nate per fronteggiare l'emergenza dei ritardi nel pagamento delle fatture ai fornitori delle pubbliche amministrazioni. Ecco perché Roma ha previsto che Comuni, ex Province e Regioni debbano stipulare mutui (tecnicamente anticipazioni) presso la Cassa depositi e prestiti. Il punto è che gli articoli impugnati prevedono dure sanzioni economiche sia per il ritardo nei pagamenti sia per la mancata attivazione del mutuo. E su queste deciderà la Consulta. Nell'attesa però la Regione non può esporsi alle sanzioni del governo nazionale e per questo motivo nel Collegato, la Finanziaria bis che sta iniziando il suo cammino all'Ars, ha previsto un articolo per autorizzare la stipula del mutuo. «Sarà un prestito piccolissimo, 85 milioni, che rimborseremo in tre mesi evitando di gravare sull'indebitamento complessivo» spiegano dall'assessorato all'Economia.
L'assessore Gaetano Armao e il presidente Musumeci non vogliono nuovi prestiti perché ritengono che i ritardi della Regione nei pagamenti siano minimi (poco più di 30 giorni è la media) e non dovuti comunque a una crisi di liquidità. «I ritardi - precisano all'Economia - sono causati da problemi burocratici, dalla carenza di personale per esaminare le pratiche, ma non dalla mancanza di soldi. Quelli li abbiamo. Ecco perché stipuleremo il mutuo ma lo estingueremo subito». Intanto però scatta lo scontro istituzionale con lo Stato, da cui la Regione attende ancora di sapere se potrà spalmare su 30 anni invece che su 3 il maxi disavanzo individuato dalla Corte dei Conti e che ha costretto a congelare ben 191 milioni di spese. Senza la spalmatura Musumeci sarà costretto a ridurre i budget a molti settori.