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31/03/2019 06:00:00

Le ultime novità su abusivismo e demolizioni in Sicilia

 L'isola dell'abusivismo è ancora indietro con le demolizioni degli immobili illegali. Case, villette, ma a volte anche mega strutture costruite in negli alvei dei fiumi, sulle coste, in zone vincolate, in spregio ad ogni norma ambientale.

In Sicilia – secondo lo studio di Legambiente “Abbatti l'abuso” - tra il 2004 al giugno 2018 sono state emesse 6.637 ordinanze di demolizione, il 9,3% di quelle emesse in tutta Italia. Ma soltanto 1.089 sono state eseguite. Un dato che fa della Sicilia la seconda regione d'Italia (prima c'è la Campania) in cui le ordinanze di demolizione sono ferme nei cassetti.
E' fiducioso, però, Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia: “Qualcosa comincia a muoversi, anche in quei comuni ad alto tasso di abusivismo edilizio”.
In provincia di Trapani sono cominciate le demolizioni delle case abusive a Triscina, frazione balneare del Comune di Castelvetrano. La commissione straordinaria del Comune ha dato il via agli abbattimenti, sono 170 le case da demolire costruite entro la fascia dei 150 metri dalla costa. Demolizioni partite con molta fatica, tra ricorsi, proteste dei proprietari, comitati e disegni di legge.
E hanno avuto vita diversa i due disegni di legge che sono stati discussi in commissione ambiente all’Ars.


“Sulle politiche di contrasto all’abusivismo edilizio. Il Governo regionale resta vigile. La tragica vicenda di Casteldaccia è un esempio che non dobbiamo mai dimenticare”.


È quanto dichiarato dall’assessore al territorio Toto Cordaro, dopo il via libera dalla quarta Commissione legislativa dell’Ars al disegno di legge del governo Musumeci in materia di abusivismo edilizio e di tutela del territorio. Il provvedimento, che passerà all’esame dell’Aula, impone ai sindaci “l’immediato sgombero e l’interdizione all’uso di tutti gli immobili realizzati in totale assenza di titolo abitativo nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata e in quelle sottoposte a vincolo di inedificabilità, che implichino rischi per la sicurezza e l’incolumità pubblica”. La disposizione si applica anche nel caso in cui “risulti presentata istanza di sanatoria” non ancora esitata.


Entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge, i Comuni dovranno individuare nei propri territori fiumi, torrenti e impluvi che abbiano caratteristiche di corsi d’acqua pubblica e le rispettive fasce di rispetto in misura non inferiore a trenta metri per le aste fluviali dotate di argini e di cinquanta metri negli altri casi. La pena per i sindaci inadempienti sarà la decadenza dalla carica.
La norma approvata oggi prevede anche l’istituzione di un fondo di rotazione di un milione di euro, al quale i Comuni potranno accedere a favore delle famiglie destinatarie dei provvedimenti di sgombero per soddisfare l’urgente necessità abitativa per un periodo non superiore a due mesi. Soddisfazione è stata espressa dal Presidente Nello Musumeci.
Se il disegno di legge nato in seguito alla tragedia di Casteldaccia trova uno sbocco positivo, altro esito ha avuto quello presentato come prima firmataria da Marianna Caronia e che puntava a una sospensione delle demolizioni. Si trattava in particolare di un emendamento per predisporre i piani delle demolizioni in Sicilia, prima di avviare gli abbattimenti.
Per la parlamentare regionale, "si è persa un'occasione per mettere ordine nella delicata gestione dell'abusivismo, rispetto al quale serve una vera pianificazione degli interventi che tenga conto dell'impatto ambientale sia degli abusi sia degli interventi di demolizione".
Soddisfatti invece gli ambientalisti che vedevano nell’emendamento di Caronia e altri un altro tentativo di fermare le ruspe e lasciare ancora in vita gli immobili abusivi.