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11/04/2019 08:20:00

Cresce il numero di tumori in Sicilia. Ecco i più diffusi

  In Sicilia, nel 2018, sono stati stimati 27.150 nuovi casi di tumore, 13.900 uomini e 13.250 donne. Un dato in costante crescita, erano 25.700 nel 2016 e 25.950 nel 2017. Le 5 neoplasie più frequenti nell’isola sono quelle del colon-retto (3.900), mammella (3.700), polmone (2.900), prostata (2.400) e vescica (2.150). Le percentuali di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, pari al 60% fra le donne e al 52% fra gli uomini, collocano la Regione al terzultimo posto in Italia, prima di Sardegna (60% e 49%) e Campania (59% e 50%). I motivi sono da ricondurre soprattutto alla scarsa adesione ai programmi di screening e agli stili di vita scorretti: fumo, sedentarietà e sovrappeso sono particolarmente diffusi fra gli abitanti dell’isola.
È la fotografia dei tumori in tempo reale che ci fornisce l'ottava edizione del volume "I numeri del cancro in Italia" realizzato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall’Associazione italiana registri tumori (airtum), da Fondazione Aiom e Passi (progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), corredata dei dati di confronto regionale di incidenza, sopravvivenza, prevalenza e mortalità di tutti i tumori.


L’edizione del 2018 è stata presentata a Palermo con l'intervento di Ruggero Razza, assessore alla Salute della Regione. «I progetti iniziati con questa esperienza amministrativa - spiega l’assessore Razza - cominciano ad assumere una propria definizione. Due giorni fa abbiamo presentato il Pdta (percorso diagnostico-terapeutico assistenziale) per il tumore della mammella che definisce un modello condiviso per il trattamento di questa neoplasia, consentendo a tutte le pazienti di ricevere cure uniformi in ogni parte dell’isola e colmando lacune presenti da tempo». «In questo senso - continua l’assessore - anche l’istituzione della rete oncologica siciliana (Reos) costituisce un segnale importante. I piccoli ospedali vanno messi in rete con quelli più attrezzati, in modo che vi sia circolazione delle esperienze. Un network di questo tipo offre la possibilità di integrare tutte le professionalità, gli strumenti e le competenze coinvolti nella gestione del problema oncologico, di condurre il paziente attraverso le diverse fasi di malattia senza soluzione di continuità e, soprattutto, di assicurare un’omogeneità territoriale delle cure e la diffusione capillare di elevati standard di qualità. Riteniamo che la ricaduta in termini di efficacia ed efficienza possa essere immediata. La rete consente anche di contrastare le migrazioni sanitarie: ogni cittadino ha il diritto di ricevere le cure migliori vicino al domicilio».