Un testo di 53 articoli che, dopo 41 anni, cambia le regole in materia urbanistica. Con l'obiettivo di accelerare e semplificare le procedure di approvazione dei piani regolatori (d'ora in poi delegate quasi interamente ai Comuni) e recuperare i centri storici e gli spazi edificati ma in disuso.
Il governo Musumeci approva l'ultima riforma programmata al momento del suo insediamento, quella sull'urbanistica.
Tutto il sistema ruoterà intorno al Ptr, il Piano territoriale regionale, che definirà finalità e indirizzi in materia di governo del territorio su scala, appunto, regionale. A cascata ogni Comune avrà il proprio piano urbanistico che punterà sulla «valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, sulla definizione dei fabbisogni insediativi e sulla mobilità. Senza dimenticare la previsione delle aree per fini pubblici e la coesione della popolazione».
Questi piani saranno approvati direttamente dai Comuni, ha anticipato Musumeci. «Fatte salve le prerogative della Regione in materia di vigilanza, gli enti locali avranno massima autonomia. Tutto passerà dai consigli comunali». Così il presidente e l'assessore all'Urbanistica Toto Cordaro stimano «una riduzione dei tempi di approvazione dagli attuali 540 giorni a un massimo di 180».
Lo spirito del disegno di legge, che Musumeci si augura l'Ars approvi in tempi brevi, è quello di valorizzare le aree già edificate recuperando quelle in situazione di degrado soprattutto nei centri storici. Non ci saranno dunque nuove urbanizzazioni, in linea di massima, ma un'azione di recupero degli edifici e dei quartieri esistenti. Musumeci e Cordaro hanno annunciato incentivi ai privati che vorranno restaurare edifici, sopratutto nei centri storici, e investimenti della Regione nelle strutture pubbliche. «L'obiettivo - ha ricordato il presidente - è far ripartire il settore edilizio». Inoltre fra i 53 articoli della riforma molti puntano ad adeguare gli edifici esistenti alle norme antisismiche.
Il presidente e Cordaro assicurano che «non ci saranno condoni o sanatorie nascoste nel testo». Musumeci ha ribadito che «ad avviso del governo le centinaia di migliaia di vecchie domande ancora pendenti negli uffici comunali vano esaminate. E bisognerà distinguere fra abusi intollerabili e altri accettabili, come possono essere una finestra in più o una costruzione più grande di pochi centimetri rispetto a quanto previsto». Il testo della riforma è ancora top secret ma Legambiente, col presidente Gianfranzo Zanna, anticipa che passerà i 53 articoli ai raggi X: «Non ci stupirebbe che una sanatoria o un condono possano spuntare fra le pieghe o in corso di approvazione con emendamenti all'Ars. È successo perfino nei mesi scorsi che un gruppo di deputati abbia presentato un emendamento che di fatto introduceva una sanatoria camuffata.Terremo alta la guardia».