“Non esiste alcuna contrapposizione tra il comune di Castelvetrano e quello di Mazara del Vallo sull’argomento del punto nascite”.
A dirlo sono gli stessi sindaci dei comuni in questione.
“La contrapposizione si è accesa soltanto sui social. Il tavolo tecnico convocato dal direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, lo scorso 29 luglio – afferma il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci - al quale ho partecipato insieme al vicesindaco Virzì di Castelvetrano, esponenti politici di entrambe le amministrazioni locali, primari ed organizzazioni sindacali, è stato improntato sulla collaborazione. Nessuno dei presenti ha mai posto la questione in termini di ‘mors tua, vita mea’”.
Il motivo delle polemiche, del tutto estranee ai tavoli istituzionali, sta nel trasferimento del punto nascite da Mazara a Castelvetrano che, proprio dopo il tavolo tecnico di lunedì scorso, è stato sospeso fino al 16 agosto.
Anche il vicesindaco di Castelvetrano Biagio Virzì, presente a quella riunione al posto di Enzo Alfano, è sulla stessa linea di Quinci: “I confronti costruttivi non si fanno battendo i pugni sul tavolo. Il trasferimento del servizio è stato preso in considerazione dal dipartimento regionale, per la mancanza di pediatri a Mazara. Né l’ospedale di Castelvetrano, né quello di Mazara – ha aggiunto Virzì - sono in grado da soli di superare quelle 500 nascite all’anno previste dal decreto Balduzzi per mantenere entrambi la propria autonomia. A noi non resta che impegnarci al meglio per fornire qualità, efficienza e sicurezza. Ognuno di noi dovrà cercare di svolgere bene il proprio lavoro perché, non finiremo mai di ribadirlo, non si tratta affatto di una battaglia tra Mazara e Castelvetrano”.
Non ci sono i numeri, questo è certo.
A Castelvetrano, dal primo gennaio al 25 luglio di quest’anno, le nascite sono state 233 (dati ufficiali della direzione dell’Ospedale di Castelvetrano). Mazara ne avrebbe una cinquantina in più (alcuni dicono 100). Quindi in ogni caso, nessuno arriverebbe a 500.
“Se Ostetricia e Ginecologia avranno un futuro a Castelvetrano o a Mazara, non dipenderà dalle comunità castelvetranesi o mazaresi – ha aggiunto Quinci - Si tratterà di scelte che dovrà fare l’azienda. Noi opereremo in totale collaborazione.
Certo – ha concluso il sindaco di Mazara – Don Antonino Favata (il cappellano dell’Abele Ajello di Mazara, che aveva definito ‘fatiscente’ l’ospedale di Castelvetrano, ndr) ha esagerato. E’ stato un impeto di entusiasmo a difesa della propria posizione locale. Lui però mi ha comunque confermato di non avere alcun interesse a penalizzare le altre strutture ospedaliere”.
Insomma, le volontà istituzionali di collaborare per la salute di tutti i cittadini, sembra che ci siano.
E a volte, eccessivi entusiasmi o livori sociali, è come se seguissero un binario proprio, forse perdendo di vista il fatto che un servizio ospedaliero deve essere messo nelle condizioni di funzionare al meglio per i cittadini. A prescindere della distanza dal comune di residenza.
Egidio Morici