Minacciato sui social network e perseguitato nel posto di lavoro: l'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani, dove presta servizio da 25 anni. E così la vita privata e professionale dell'infermiere Giovanni Cammarata di 51 anni è diventata un inferno. Costretto a rimanere barricato in casa per scongiurare di subire ritorsioni.
Ad architettare, contro di lui, la gogna mediatica su Facebook, sarebbe stata Fortunata Di Bella di 42 anni che lo ha accusato di essere responsabile di un presunto caso di malasanità. Ne abbiamo parlato su Tp24 qualche giorno fa.
Ora, dopo la denuncia presentata alla polizia dall'infermiere, nei confronti della donna è scattata la misura cautelare del divieto di avvicinarsi nei luoghi frequentati dalla vittima di questa vicenda. Il Pm aveva, addirittura, chiesto gli arresti domiciliari.
Non solo insulti e minacce sul social network contro l'infermiere, ma anche una vera a propria "caccia" all'uomo. Persone vicine alla donna denunciata, infatti, più volte si sarebbero recate al Sant'Antonio Abate. Cercavano l'infermiere e le loro intenzioni erano bellicose. Il calvario per Giovanni Cammarata è iniziato quando Fortunata Di Bella ha pubblicato sulla pagina Facebook, intestata ad Andrea Angela Caltagirone, un posto per denunciare quello che lei considera un caso di malasanità. Malasanità di cui sarebbe rimasta vittima la madre ricoverata nel reparto di Pneumologia, poi deceduta. La figlia ha corredato il post con una foto di un braccio della paziente devastato dopo aver subito una manovra invasiva per l'inserimento di un "pic" per la continuazione della terapia. Fortunata Di Bella non aveva dubbi: il responsabile di quello scempio era l'infermiere e così ha anche pubblicato la foto di Giovanni Cammarata. In pochi minuti sono fioccati i "Mi piace" e le condivisioni, ma anche gli insulti e le minacce. Poi le incursioni al Sant'Antonio Abate per "farsi giustizia sommaria". Adesso Fortunata Di Bella è indagata per atti persecutori, minacce e diffamazione aggravata. L'infermiere, invece, è ancora sotto shock.