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01/10/2019 07:00:00

Alcamo, le due ipab cittadine rischiano il fallimento e la chiusura

Due strutture secolari: la casa di ospitalità «Magione» e la «San Pietro-Pia Opera Pastore» che operano ad Alcamo. Entrambe affogano nei debiti ed il futuro è a rischio. Conti in rosso alla «Mangione» ma la ferma volontà del consiglio di amministrazione, presieduto dal 2015, dal chirurgo Nino Ferrara, di continuare nella missione di garantire ospitalità e assistenza ad anziani indigenti. Ieri il consiglio, formato da cinque membri, ha approvato il bilancio dal quale emerge un deficit di 750 mila euro, accumulato negli anni.

Quattro anni fa sfiorava i 500 mila euro. A rischio la sopravvivenza dell'istituto assistenziale, eretto ente morale nel 1811. Nell'immobile delle via Florio sono quaranta gli ospiti, tutti anziani indigenti, che anno trovato un posto sicuro dove abitare, mangiare pasti caldi, assistenza medica e attività ricreative. Dei quaranta assistiti, per venti paga le rette mensili il Comune: circa mille e 200 euro. Altrettanti per i privati che trovano un sicuro rifugio in questa casa di riposo. Queste risorse finanziarie sono assolutamente insufficienti per la gestione del «Mangione», la cui voce in rosso è rappresentata, in primo luogo, dagli stipendi di nove impiegati a tempo indeterminato, che comunque non vedono un soldo da 15 mesi. Gli impiegati sono tre amministrativi, un autista e cinque provenienti da cooperative.

E per l'assistenza fisica degli ospiti il consiglio di amministrazione, non avendo le figure adatte, è costretto ogni mese ad assumere dall'ufficio di collocamento cinque operatori sanitari. Al servizio della «Mangione» anche quattro suore congolesi. Un duro colpo a questa struttura, che ha ben 208 anni, è stato il taglio dei contributi regionali, avvenuto quattro anni fa, che non ha più consentito di pareggiare il bilancio. Ma il consiglio di amministrazione non si è perso d'animo e cerca da tempo soluzioni, inserite in una sorta di piano quinquennale. Va sottolineato che da alcuni giorni il consiglio, che è formato da Nino Ferrara, Antonella Aprile e dall'arciprete della chiesa Madre, don Aldo Giordano, ha perso due componenti. Si è, infatti, dimesso il grillino Giuseppe Campo, nominato assessore e Onofrio Manno, la cui carica non è stata rinnovata dalla Regione. Il rilancio e quindi una serena sopravvivenza della casa di ospitalità «Mangione» di Alcamo passa soprattutto dalla vendita di un immobile del corso dei Mille.

L'immobile è stato valutato dall'Agenzia delle Entrate 920 mila euro, affittato fino a qualche anno fa come scuola al Comune. Messo in vendita anche un immobile di Corso VI Aprile, che veniva utilizzato per gli uffici amministrativi, l prezzo di 120 mila euro. Già è stato conferito l'incarico per le vendita dei due edifici. In questo modo si potrebbero risanare i conti della Casa di ospitalità che per molte persone che non hanno alcun reddito è una struttura indispensabile per l'assistenza e non è esagerato dire per la loro sopravvivenza. Nel piano di dismissione anche la vendita di un magazzino di 120 metri quadrati a Camporeale. In grosse difficoltà anche la «Pia Opera-San Pietro» che per diversi anni ha rappresentato un'eccellenza nel campo delle Ipab siciliane.

La riduzione delle rette, dieci in meno, ha scatenato lo scorso mese di luglio un duro scontro tra il commissario Vito Giuliana e la giunta comunale. Riduzione legata alla mancanza di fondi. Il Comune versa 700 euro per ogni bambino assistito. Da giugno venuti meno sette mila euro mensili. L'Ipab «San Pietro» sembra avviata verso un lento e inesorabile declino. Ai 29 dipendenti non vengono pagati da nove mesi gli stipendi né versati i contributi e ora sono in ansia per le decisioni comunicate durante un incontro con i sindacati. L'orientamento è la chiusura del semiconvitto, utilizzato da venti bambini di famiglie a rischio e di confermare quelle in comunità che sono sette. Rimarrebbe dunque l'assistenza solo a sette giovani dai 14 ai 20 anni, inviati dal Tribunale. Gli ospiti a giugno erano complessivamente 29.