C'è molta indignazione nell'Anpi della provincia di Trapani per alcuni fatti che vanno contro agli ideali antifascisti. La piazza intitolata a Giorgio Almirante a Castellammare del Golfo, la via intitolata a Cesare Balbo a Campobello, sono cose che fanno indignare l'associazione dei partigiani. Ecco il commento del presidente Aldo Virzì.
A Castellammare del Golfo l’amministrazione comunale intitola una piazza a Giorgio Almirante, noto all’Italia democratica, più che per essere stato il segretario del partito neofascista MSI, quale firmatario del “Manifesto della Razza” e dell’altro, ancor più ignobile, documento ufficiale che invitava a fucilare i partigiani. La Meloni ha poco da protestare, questi sono fatti storici.
A Campobello di Mazara l’amministrazione comunale intitola una via a Cesare Balbo, il quadrumviro della “Marcia su Roma” che diede inizio al tragico ventennio, e che Mussolini mise a capo della milizia fascista, le camicie nere.
L’ANPI unisce la sua indignazione e la sua protesta,per atti pubblici che non qualificano certo promotori e attuatori, insieme ai i tanti cittadini indignati dei Comuni interessati ed esprime piena solidarietà ai ragazzi di “ Fare Ala”. Purtroppo il seme del fascismo non è stato del tutto estirpato, per questo bisogna continuare a vigilare.
In nessuno di questi due comuni c’è traccia di un ceppo, una via, qualcosa che ricordi la Resistenza, quella guerra di Liberazione che ha permesso agli amministratori dei due comuni, e di tutti i comuni italiani, di vivere in un regime democratico. Eppure, per esempio, Campobello di Mazara è la città natale del partigiano Salvatore Bono, medaglia d’oro al valore militare.
Già dalla sua “rinascita” in provincia di Trapani, l’ANPI ha messo al centro della sua attività il ripristino della memoria storica dei tanti partigiani di questa provincia. Riteniamo nostro dovere perpetuare e rendere vivo il ricordo di coloro che hanno lottato e, spesso, donato la propria vita per permettere a noi di vivere liberamente, in democrazia. A tutti i comuni abbiamo chiesto di erigere un ceppo, un monumento, ma anche una targa che ricordi il 25 aprile, un luogo di memoria dove ritrovarsi. Qualcuno lo ha fatto, altri rimangono sordi.
Il nostro impegno per l’affermazione dei valori della Costituzione antifascista non si ferma. Forti di questi valori chiediamo alle amministrazioni dei due comuni di riconoscere l’errore storico, annullando quelle delibere e dedicando dette vie a personaggi, anche locali, noti per il loro impegno antifascista.