È morto ieri mattina Giovanni Custodero, il portiere 27enne la cui storia ha fatto commuovere il mondo.
Il ragazzo, affetto da un tumore, un sarcoma osseo diagnosticato nel 2017 che lo ha costretto anche a perdere una gamba, aveva annunciato qualche giorno di avere scelto la sedazione profonda per affrontare gli ultimi giorni della sua vita.
Prima di addormentarsi nel sonno che gli ha evitato sofferenze insopportabili ha salutato tutti attraverso la sua pagina Facebook che ha sempre utilizzato per comunicare gli aggiornamenti sulla sua condizione.
La notizia ha fatto subito il giro del web e moltissimi sono stati i messaggi commossi.
«Ho deciso di trascorrere le feste - aveva scritto Giovanni il giorno della Befana - lontano dai social ma accanto alle persone per me più importanti. Però, ora che le feste sono finite, ed insieme a loro anche l'ultimo granello di forza che mi restava, ho deciso che non posso continuare a far prevalere il dolore fisico e la sofferenza su ciò che il destino ha in serbo per me». Infine l'annuncio: «da domani sarò sedato e potrò alleviare il mio malessere».
La sua storia è stata raccontata dalla famiglia in una lettera aperta pubblicata dopo la decisione di ricorrere alla sedazione profonda.
Lo hanno descritto come «un ragazzo come tanti che nel 2015 all'età di 23 anni inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra, mentre giocava da portiere nella squadra di calcio a 5 del Cocoon di Fasano». «Dopo diversi mesi - hanno raccontato i famigliari di Custodero - gli viene consigliato di recarsi a Firenze e a marzo 2016 viene a conoscenza della dura realtà: è stato colpito da una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. Chiunque sarebbe crollato, ma lui no. Lui accetta la scelta di amputare l'arto fin sotto il ginocchio, se questo significa poter continuare a vivere, e di lì inizia a godersi ogni momento con la sua famiglia, la fidanzata e gli amici». Poi i cinque interventi, seguiti da cicli di radioterapia e chemioterapia.
I suoi cari hanno voluto anche spiegare cosa è la sedazione profonda, diversa dall'eutanasia. Un trattamento sanitario al quale si ricorre per consentire a un paziente terminale di non provare dolore dopo che le altre terapie sono risultate inefficaci.