“Non può dirsi configurato il fatto contestato”. Con questa formula il Giudice del Lavoro del Tribunale di Marsala, Andrea Marangoni, ha sancito l’illegittimità del licenziamento comminato ad un dipendente “colpevole” di avere asportato della merce scaduta e del valore di pochi euro dall’azienda presso cui lavorava.
I fatti risalgono a questa estate, quando al lavoratore, difeso dallo studio legale Carini (nella foto) veniva intimato il licenziamento con effetto immediato perché all’uscita dal turno di lavoro, veniva trovato in possesso di due confezioni di merce, scaduta, e quindi non commercializzabile ma, senza il regolare scontrino di acquisto.
Nel processo, però, che si è tenuto con il rito Fornero, lo studio legale Carini è riuscito a dimostrare non solo l’illegittimità del licenziamento ma, soprattutto, l’insussistenza del fatto contestato che ha permesso al lavoratore di ottenere la reintegrazione sul posto di lavoro, oltre al pagamento delle retribuzioni non percepite dal giorno del licenziamento alla data di effettiva reintegra.
"Una decisione molto importante - commenta l'avvocato Renzo Carini - dato che dopo la riforma del diritto del lavoro operata con il c.d Jobs Act, gli spazi per il riconoscimento della tutela reintegratoria, ovvero della possibilità di riottenere il posto di lavoro, si sono ridotti considerevolmente".