Per usare un eufemismo: una peste.
Un ragazzo “terribile”. Una vera peste soprattutto per i familiari. Ma non solo. E’ un 17enne marsalese di origine tunisina che adesso è finito sotto processo davanti il Tribunale per i minorenni di Palermo con le accuse di maltrattamenti in famiglia, danneggiamento con incendio e tentata rapina.
Il giovane, difeso dall’avvocato Vito Cimiotta, è stato allontanato dal nucleo familiare e posto in una comunità (“La Fenice”) in provincia di Caltanissetta.
Secondo l’accusa, fino allo scorso ottobre, avrebbe ripetutamente inveito contro i genitori, “andando in escandescenza fino a danneggiare mobili e suppellettili, strappando i vestiti dei familiari, picchiando in più occasioni il fratello minore, minacciando ed aggredendo il fratello maggiore”, al quale, oltre a tirargli contro delle mattonelle, incendiò anche la motocicletta Ducati 1098. Danneggiandola nuovamente a colpi di catena dopo la riparazione. Al fratello maggiore avrebbe danneggiato anche alcuni strumenti di lavoro. La tentata rapina, invece, l’avrebbe commessa, il 17 ottobre 2019, ai danni di un dipendente dell’istituto di vigilanza privata “A.N.C.R.” (G.L.), dal quale avrebbe preteso la consegna della pistola, minacciandolo di prenderlo “a legnate” e lanciandogli contro un blocco di cemento raccolto da terra. Pronta e decisa, però, fu la reazione della guardia privata, che, accortosi che in quel momento stava transitando una gazzella dei carabinieri in servizio di perlustrazione, riuscì ad attirare l’attenzione dei militari, che intervennero in sua difesa. Inevitabile l’avvio del procedimento penale.