Ministero della Salute condannato, anche in appello, per trasfusione di sangue infetto a un paziente marsalese. La prima sezione civile della Corte d’appello di Palermo ha, infatti, confermato la sentenza con cui nell’ottobre 2014 il Tribunale di Palermo condannò il Ministero della Salute a risarcire, con 357.324,19 euro, la vedova (R. C.) di un uomo di Marsala (G. V.) morto il 21 novembre 2010 dopo avere subito, in ospedale, trasfusioni di sangue infetto.
I giudici di secondo grado, rigettando l’appello del ministero, hanno condannato quest’ultimo anche a pagare le spese processuali (5 mila euro).
Ad assistere la vedova di V. è stato l’avvocato Maria Flavia Sammartano. G. V., costretto ad emotrasfusioni sin dagli anni ’70, nel marzo del 2004 venne ricoverato all’ospedale “San Biagio” di Marsala per ematemesi e melena e qui, per la prima volta, gli veniva diagnosticata l’emofilia A grave insieme all’epatite cronica HCV correlata.
Presa coscienza della sua patologia, a fine marzo 2008, chiedeva al Ministero della Salute il riconoscimento dell’indennizzo previsto dalla legge 210/92 e del risarcimento dei danni.
E nel febbraio 2010, una Commissione medica ospedaliera espresse “parere favorevole” al riconoscimento del nesso causale tra l’infermità riscontrata e le trasfusioni di sangue.
Intanto, proprio per la gravità della patologia, G. V., ormai allo stremo delle forze, nonché notevolmente sofferente per le complicazioni conseguenti alla malattia, il 21 novembre 2010 moriva.