di Massimo Jevolella
A poche settimane di distanza dalle elezioni comunali possiamo dire a voce alta e chiara che la città di Marsala è lontana anni luce dagli standard europei di minima accettabilità ambientale? Possiamo ripetere per l'ennesima volta che Marsala è sporca, senza correre il rischio di essere giudicati come dei “politicanti” che cercano di favorire Grillo contro Di Girolamo, o altre idiozie di questo genere? Ecco, io vorrei fare chiarezza su questo punto. Vorrei farla esclusivamente a titolo personale, anche perché chi mi segue da anni su Tp24 sa benissimo che la questione ecologica è sempre stata al centro dei miei pensieri (ed è una battaglia che ho condotto anche nei decenni scorsi, sia come inviato del “Giornale” di Montanelli, sia come direttore della rivista “Meridiani”, sia come collaboratore del Fai nella realizzazione di alcune monografie, come quella sull'abbazia di San Fruttuoso in Liguria).
Ebbene, io non sono affatto un “nemico” dell'attuale sindaco di Marsala, uomo che a mio parere ha anzitutto il pregio di essere una persona onesta e seria, e che dal punto di vista dell'ambiente ha il merito indubitabile di aver dato un forte impulso alla raccolta differenziata dei rifiuti. Il problema – e questo dovrebbe essere chiaro a tutti, anche a chi vive e sguazza nella faziosità – non è dunque il sindaco Di Girolamo, che ha tutta la mia stima, e a cui auguro ogni bene. Il problema è quello di una città che sembra andare fatalmente alla deriva “per conto suo”, trascinata verso il basso e verso il baratro da un'orda di vandali incivili, da una corposa minoranza di cavernicoli, autentici terroristi ambientali, che riescono ad agire pressoché impunemente in tutte le parti e in tutti gli angoli della città e del suo territorio, disseminando ovunque ogni genere di rifiuti.
E allora ripeto: possiamo continuare a dire che Marsala è paurosamente sporca? Oppure adesso questa denuncia è proibita? Ma se io lo dico, non è per colpire Di Girolamo! Al contrario: è per dargli una mano. Perché sicuramente Di Girolamo non è soltanto un uomo onesto, ma è anche un politico intelligente. E se lo è, perché certamente lo è, allora sarà lui il primo ad afferrare al volo l'importanza di certe critiche e di certe denunce. Perché sono quelle che lo possono aiutare nel comprendere meglio il disagio dei cittadini, e nel cercare nuove soluzioni per combattere il cancro dell'inciviltà ambientale.
E dunque, tanto per fare degli esempi, è ancora possibile oggi far notare che il famoso “Parco Salinella” è ridotto in una enorme, orrenda pattumiera? Che i vandali ci entrano con le loro automobili, fregandosene dei divieti di transito, per scaricare lì le loro immondizie?
È possibile far notare che molti vicoli del centro storico sono utilizzati costantemente come discariche abusive?
È possibile far notare che le rive del Capo Boeo sono perennemente invase da plastiche e rifiuti di ogni sorta?
È possibile ricordare che la sabbia delle spiagge di Marsala è letteralmente imbottita da decine di migliaia di mozziconi di sigarette, abbandonate lì dai fumatori che usano l'arenile come un immenso portacenere? Per non parlare di tutti i residui abbandonati delle plastiche monouso, come sacchetti, bottiglie e bicchierini...
È possibile far notare che il nostro meraviglioso mare è sovente insidiato dagli scarichi abusivi?
È possibile osservare che le famose campane stradali dai quattro colori si sono trasformate in moltissimi casi in veri e propri epicentri di nuove discariche abusive?
È possibile ricordare che la rete stradale intorno alla città, verso i campi e verso il mare, non è altro che un'unica, interminabile pattumiera a cielo aperto? (L'anno scorso due turisti francesi mi confessarono il loro sgomento per quello spettacolo ripugnante, e mi dissero che per quel motivo non sarebbero mai più tornati in vacanza a Marsala).
Ma, come dicevano i latini: de hoc satis. Cioè: ne ho abbastanza. L'elenco sarebbe ancora lungo, ma ora la nausea ha preso in me il sopravvento. Comunque, volevo solo ricordare che la lotta ambientalista non ha nulla a che fare con le beghe elettorali. È una lotta che per sua natura non può conoscere soste e non deve guardare in faccia a nessuno.