Oggi e domani gli italiani sono chiamati a votare per decidere, tutti insieme, se cambiare o no un articolo della Costituzione, la nostra legge suprema, cambiando il numero dei parlamentari, cioè dei membri della Camera e del Senato.
La legge sul taglio dei parlamentari è stata approvata dalla Camera l'8 ottobre 2019 con 553 voti a favore, 14 no e due astenuti. Prevede la riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200).
In pratica viene data una sforbiciata ai seggi pari al 36,5 per cento degli attuali. La riforma entrerebbe in vigore a partire dalle prossime elezioni politiche.
La legge costituzionale è soggetta a referendum perché in una delle due ultime letture (quella al Senato) non è stata approvata con la necessaria maggioranza dei due terzi dei componenti. Settantuno senatori - appartenenti a quasi tutti i gruppi parlamentari - hanno così potuto chiedere e ottenere, come previsto dalla Carta, il referendum. Che non prevede un quorum di partecipanti per essere valido. La spunterà insomma chi avrà un voto in più. Chi vuole approvare il taglio deve votare Sì, chi intende bocciarlo deve scegliere il No.
Si torna al voto in due giornate separate, dalle 7 alle 23 di domenica 20 e dalle 7 alle 15 di lunedì 21 settembre. La scelta è stata fatta ondevitare assembramenti nei seggi e ridurre al minimo il rischio contagi.
Il referendum era in calendario il 29 marzo, è poi slittato a causa dell’emergenza coronavirus.
Il testo del quesito è il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”.
Si tratta di un referendum costituzionale confermativo, e a differenza di quello abrogativo, non è previsto il raggiungimento di un quorum di validità: quindi l’esito sarà valido indipendentemente dalla percentuale di elettori che si recheranno alle urne.
Naturalmente saranno messe in atto misure di sicurezza visto l’emergenza sanitaria tuttora in corso. Il protocollo prevede accessi contingentati agli edifici dei seggi, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori, definizione del numero e della disposizione delle cabine elettorali tenendo conto dello spazio disponibile e delle necessità di movimento. Per accedere ai seggi elettorali sarà obbligatorio l’uso della mascherina da parte di chiunque, non necessario l’uso dei guanti.
La misura del distanziamento sarà particolarmente rigida nel momento in cui si dovrà procedere all’identificazione da parte dei componenti il seggio, una volta consegnato il documento d’identità e la tessera elettorale, l’elettore si allontanerà ad almeno due metri e abbasserà la mascherina.
Non è prevista la misurazione della temperatura fuori dal seggio elettorale, naturalmente dovrà rimanere a casa chi ha febbre uguale o superiore a 37.5°, sintomi influenzali, è sottoposto a quarantena o isolamento fiduciario o ha avuto contatti con persone positive deve stare a casa.
Obbligatoria l’igienizzazione delle mani prima di ricevere la scheda elettorale e la matita copiativa, dopo quella all’ingresso. Dopo aver votato, ripiegato la scheda e essere uscito dalla cabina, l’elettore, previa autorizzazione, inserirà personalmente la scheda votata nell’urna corrispondente. Riconsegnata la matita copiativa, l’elettore può lasciare il seggio seguendo la via d’uscita indicata, anche se prima è consigliata una nuova igienizzazione delle mani. Vige obbligo per i componenti il seggio elettorale di indossare mascherina chirurgica, di mantenere la distanza di almeno un metro e di igienizzare frequentemente le mani.
Le prime elezioni ai tempi del Covid rischiano di essere anche le prime nelle quali è altissima la probabilità che le persone non si rechino alle urne. Chi a causa della quarantena non può andare alle urne o è allettato in un ospedale Covid può votare facendo richiesta presso il proprio Ufficio elettorale del voto al domicilio, una possibilità poco sfruttata dal numero delle domande ricevute, o presso una struttura sanitaria individuata ad hoc.