Tutti in fila al Cup dell’ospedale di Marsala per pagare il ticket per varie prestazioni sanitarie. Anche chi chiede di fare il “tampone” per accertarsi se è positivo o meno al coronavirus.
In fila, dunque, magari a stretto contatto di gomito, anche se potrebbe avere già contratto il Covid-19. Come scoperto qualche ora dopo.
E quindi rischiando di contagiare anche chi è in fila con lui perché ha un problema al fegato o ai reni. A denunciare questa singolare situazione è un dipendente statale che dopo avere accusato, per alcuni giorni una leggera febbre, recandosi comunque ugualmente al lavoro in ufficio (e ciò, naturalmente, adesso, è motivo di forti preoccupazioni tra i suoi colleghi), ha deciso di fare il tampone per accertarsi se l’aumento della temperatura era dovuto alla malattia che sta mettendo in crisi mezzo mondo. E così, in effetti, era. Come ha scoperto dopo l’accertamento medico. Eppure lui, per prudenza, arrivato davanti l’ospedale di Marsala, non ha fatto subito ingresso nel nosocomio. Rimanendo in auto, infatti, ha telefonato e ha spiegato qual era il suo problema, ma gli è stato risposto che essendo il tampone su base volontaria doveva prima recarsi al Cup per pagare il relativo ticket. E quindi si è dovuto rassegnare. Nell’attesa di conoscerne l’esito, poi, è andato al bar del nosocomio, senza che nessuno glielo impedisse. E qui ha incontrato un amico con il quale si è messo a parlare. E se l’avesse contagiato?