Da anni non c’era più la fognatura. Nella centralissima piazza Matteotti, buona parte degli scarichi fognari finiva direttamente nel sottosuolo.
Lo hanno scoperto i tecnici comunali in seguito a degli scavi per capire come mai, dopo ogni pioggia, da alcuni tombini venisse fuori puntualmente una melma maleodorante.
Sotto la strada, la vecchia fognatura a canaletta non esisteva quasi più e i liquami andavano a finire perfino sotto le stesse abitazioni.
Ecco perché non è stato possibile fare il previsto intervento tampone, ma si è dovuto procedere al rifacimento ex novo di un tratto di rete fognaria lungo un centinaio di metri, allungando ulteriormente la tempistica dei lavori.
Qualche commerciante ha protestato per il temporaneo calo delle vendite, reso più accentuato rispetto alla depressione Covid. Ma il sindaco Alfano ha sottolineato che almeno verrà risolto definitivamente il problema della fogna davanti ai negozi dopo ogni pioggia.
Non c’è stato bisogno di abbattere i ficus, storici polmoni verdi della zona, come invece era stato ventilato nel 2014, quando qualcuno aveva detto che le radici “disturbavano” le fognature. Ed in quell’anno, durante l’amministrazione Errante, un concorso d’idee per la riqualificazione della piazza venne vinto da un gruppo di architetti che avevano giustificato l’eliminazione dei grandi ficus con una chiave di lettura relativa alla percezione dei monumenti.
Il progetto di altri due professionisti, che invece non avevano previsto di eliminare i grossi alberi, fu escluso perché il loro disegno era stato presentato arrotolato al posto di metterlo in una grossa busta.
Erano gli architetti Ivan Incorvaia di Castelvetrano e Rosaria Messina di Mazara del Vallo.
Quest’ultima, oltre a salvare gli alberi, aveva scelto di rimuovere il monumento ai caduti, spostandolo al Parco delle Rimembranze. Inoltre aveva previsto di realizzare un grande totem in ferro trattato, con un una scritta verticale: “No alle mafie”.
Vinse invece il progetto “Spazi nella luce” degli architetti Valerio e Stefania Bandiera, Claudio Castellano, Gaspare Spallino, Gaspare Titone, Vincenzo Zito e dai collaboratori Caterina Di Giovanni ed Anna Maria Ferraro.
Insomma, tanto spazio e tanta luce, senza i grandi ficus e con qualche nuova piantumazione.
“Ci attiveremo da subito per rendere esecutivo il progetto – aveva dichiarato nel 2013 l’allora sindaco Felice Errante - in guisa tale da poterlo inserire in qualche linea di finanziamento per consentirne la realizzazione”.
Finora, non ce n’è stato bisogno.
Egidio Morici