Tu mi voti? Ti trovo un lavoro e ti sistemo. Tu non mi voti? ‘Nto c**u a ttia e a tutta a famigghia.
Erano i comizi elettorali di Cetto Laqualunque.
E forse, con i dovuti distinguo, è quello che davvero succede in diverse realtà del sud Italia.
Con la differenza che la contropartita a volte non è tanto il lavoro, ma la stabilizzazione del precariato, il sogno che l’attività a progetto possa trasformarsi nel posto fisso.
Insomma, una di quelle promesse che i politici locali hanno sempre tenuto in caldo per qualsiasi appuntamento elettorale. Come dire, loro ce l’avrebbero messa tutta, ma è la Regione Siciliana che non vuole decidersi a fare quella leggina che permetterebbe di tagliare il traguardo.
Castelvetrano, nel corso di questi decenni non ha fatto certo eccezione.
E dato che dopo vent’anni il miracolo non è arrivato, ecco che 23 lavoratori socialmente utili (Lsu), tra i quali alcuni addirittura in pensione, nell’ottobre del 2018 hanno fatto causa al comune.
Una piccola class action di 29 persone in tutto, se consideriamo anche i 6 lavoratori del comune di Vita.
A tutti loro il giudice del lavoro ha dato ragione condannando i comuni, in una sentenza del 22 settembre scorso, ad un risarcimento complessivo di 10 mensilità.
Non perché non fossero stati stabilizzati, al momento infatti non è ancora possibile, ma perché l’ente li avrebbe utilizzati per mansioni diverse rispetto ai primi contratti a termine che avevano sottoscritto dal 1998 al 2007, “continuamente reiterati ad oggi – si legge nella sentenza del giudice Caterina Greco – senza soluzione di continuità”.
Una tegola non indifferente per il comune di Castelvetrano che arranca nel riprendersi dal dissesto finanziario. Ma che potrebbe non essere l’unica.
Anche tanti altri dei 34 Lsu che finora non hanno fatto alcuna vertenza (in tutto sarebbero 57), potrebbero scegliere di buttarsi, soprattutto dopo questa sentenza.
Le circa 200 mila euro che il comune deve oggi sborsare, magari con qualcosina in più se ci mettiamo l’ulteriore soccombenza dopo l’impugnazione da parte dell’ufficio legale (giusto per prendere un po’ di tempo), potrebbero un domani diventare 350 mila.
Inoltre, permanendo le stesse condizioni lavorative, le vertenze potrebbero essere ripetute a distanza di mesi. Con le stesse richieste di risarcimento. E chissà, le stesse sentenze.
Che fare?
Il comune di Vita intanto, con una delibera di giunta, due settimane fa ha detto basta. Dal prossimo primo gennaio ha interrotto le attività socialmente utili, autorizzando il sindaco a resistere in giudizio.
E il comune di Castelvetrano che farà? Lo abbiamo chiesto al sindaco Enzo Alfano. Ci ha risposto così:
“Non dimentichiamo che si tratta di lavoratori che sono stati mortificati negli anni, non tanto dal comune ma dalla Regione. Però è necessario fare l’interesse della comunità e di tutto quel precariato che abbiamo la possibilità di stabilizzare, cioè i contrattisti.
Mi riferisco a coloro che hanno un contratto di lavoro di 24 ore settimanali. Anche in questo caso il rinnovo avviene di anno in anno, però mentre per i contrattisti le stabilizzazioni ci sono già state nel tempo e ci stiamo lavorando anche noi, per gli ASU non ci sono al momento gli appigli legislativi per poterlo fare. Anche se sappiamo che la Regione sta lavorando per cercare di stabilizzare anche loro.
Sindaco, per 30mila abitanti, non sono troppi 57 Asu?
Direi di sì. Soprattutto se si considera che a Marsala, che ha 100mila abitanti, ci sono soltanto 14 Asu.
Il comune di Vita, dopo questa sentenza, ha interrotto le attività che coinvolgevano gli Lsu già dal prossimo mese.
Noi non ce lo possiamo permettere. Diversamente l’intera macchina amministrativa collasserebbe. Consideri che molti Lsu, insieme ai contrattisti, svolgono delle mansioni chiave da troppi anni.
A proposito di contrattisti. Un giorno potrebbero anche loro denunciare il comune per gli stessi motivi dei lavoratori Asu?
Potrebbe succedere anche questo. E se succedesse, il comune andrebbe incontro ad un altro dissesto finanziario certo, visto che abbiamo 228 contrattisti.
Ma la soluzione potrebbe anche non essere semplicemente quella delle stabilizzazioni. Per esempio ci sono comuni dove i lavoratori hanno denunciato anche dopo aver ottenuto la stabilizzazione. In un comun in provinci di Campobesso, il giudice ha disposto addirittura 100mila euro di risarcimento per ogni lavoratore. Che strategia seguirete?
Si tratta di una situazione davvero delicata. Cercheremo di affrontarla con oculatezza, col supporto degli esperti, in modo da fare quello che è più giusto per la cittadinanza.
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Intanto la Regione Siciliana, il 9 dicembre scorso hanno scritto ai comuni: “Gli Enti utilizzatori adotteranno gli atti concernenti la prosecuzione delle attività socialmente utili, così come fatto nell’anno 2020, anche per il 2021”.
Altro giro, altra corsa.
Egidio Morici