I pescatori di Mazara non dimenticano, a differenza di quanto succede a Roma. E così c'è certamente dell'indignazione tra i pescatori sequestrati per oltre 100 giorni in Libia per la riconferma alla Farnesina di Luigi Di Maio, che da ministro degli Esteri ha mostrato tutta la sua debolezza nelle operazioni di liberazione dei 18 marinai di Mazara.
E lo sfogo arriva proprio da una delle donne simbolo della protesta di quei 100 e più giorni angoscianti, Cristina Amabilino, moglie di Bernardo Salvo, uno dei pescatori sequestrati a settembre dalle forze di Haftar. “Hanno riconfermato Di Maio come ministro dimenticando la vicenda drastica dei 18 pescatori di Mazara. Hanno dimenticato che il ministro Di Maio ha permesso ad un altro governo, non riconosciuto, di trattare i nostri uomini peggio degli animali e andando a stringere loro la mano”.
“Hanno dimenticato – ha detto – che il ministro stesso ha dichiarato che sapeva quello che mangiavano i nostri uomini. Quando loro stessi non lo sapevano. Hanno dimenticato che il ministro ha dichiarato che arrivavano le medicine quando non era vero. Uno dei pescatori stava perdendo la vita”.