Se "nel decennio precedente l'insorgere della pandemia, il miglioramento delle condizioni economiche e finanziarie delle imprese" del turismo "ne aveva accresciuto il grado di resilienza di fronte a shock esterni" la pandemia e le misure per farvi fronte "si sono però riflesse, nel 2020, in un drastico calo delle presenze turistiche nell'isola; la contrazione, più forte rispetto a quella media nazionale, è stata più marcata per la componente straniera che ha mostrato una limitata capacità di ripresa nei mesi estivi, quando si era verificato un allentamento delle restrizioni".
E' quanto emerge dal rapporto di Bankitalia sull'economia in Sicilia.
Le presenze turistiche nelle strutture ricettive si sono contratte del 56,2 per cento rispetto all'anno precedente, in misura leggermente più intensa della media nazionale (-53,4 per cento. Il calo ha interessato sia la componente domestica sia, in misura più marcata, quella estera, che nel 2019 rappresentava la metà delle presenze in regione. I flussi turistici si sono sostanzialmente arrestati tra aprile e maggio del 2020; nei mesi estivi, in connessione con l'allentamento delle restrizioni, hanno registrato un parziale recupero, più intenso per la componente nazionale per la quale, nel mese di settembre, le presenze avevano superato quelle del 2019 (-7,8 per cento in Italia. Le presenze di turisti stranieri hanno invece mostrato una modesta capacità di ripresa, rimanendo a settembre del 2020 su livelli inferiori di oltre il 70 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Da ottobre, col riacutizzarsi dell'emergenza sanitaria e le successive restrizioni agli spostamenti, i flussi turistici hanno subito un'ulteriore battuta d'arresto, particolarmente marcata per la componente internazionale.
Dal secondo trimestre del 2020 il numero di occupati nel comparto si è ridotto del 17 per cento (-15,8 e -14,1 nel Mezzogiorno e a livello nazionale, rispettivamente), un calo più intenso che negli altri settori. (ANSA).