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28/06/2021 06:00:00

Sicilia. Quasi un quarto senza diploma né formazione. I numeri della povertà educativa

 Nel 2019, il 22,4% dei giovani siciliani ha lasciato la scuola senza avere conseguito un diploma o una qualifica professionale. Quasi 10 punti al di sopra della media nazionale, quando ancora non si erano aggiunte le difficoltà legate alla pandemia.


IL REPORT – Si chiama “Le mappe della povertà educativa in Sicilia” il report realizzato da ‘Openpolis’ e ‘Con i Bambini’ nell’ambito del ‘Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile’. 


I NUMERI DEL REPORT
– I dati sulle mappe della povertà in Sicilia sono stati formulati tenendo conto di quattro parametri: 1) l’offerta di asili nido; 2) le famiglie raggiunte da banda larga ultraveloce; 3) gli edifici scolastici vetusti; 4) quelli raggiungibili con i mezzi pubblici.


1) L’offerta di asili nido: Sicilia fanalino di coda
– In un sud carente di servizi, la Sicilia (insieme a Campania e Calabria) si colloca ancora sotto la media. L’offerta disponibile di servizi prima infanzia vede infatti la Sicilia penultima tra le regioni italiane. Con 10 posti ogni 100 bambini, l’offerta di asili nido presente sull’isola è poco superiore rispetto a quella della Campania (ultima con il 9,4%) e al di sotto di quella della Calabria (terzultima con l’11%). Le tre grandi regioni del sud si collocano in fondo alla classifica, molto distanti da quelle ai primi posti: Valle d’Aosta (45,7%), Umbria (42,7%), Emilia-Romagna (39,2%), Toscana (36,3%). Ma anche da altre regioni del sud continentale (ad esempio la Puglia, con il 16,8%) e dall’altra isola maggiore (Sardegna, 29,3%). Ancora una volta, però, il dato medio regionale non è sufficiente per l’analisi. All’interno del territorio, infatti, convivono significative differenze.

2) L’accesso alla banda larga ultraveloce – Un problema, quello di possedere una connessione efficace, che nei mesi della pandemia, tra didattica a distanza e lavoro agile, ha mostrato tutta la sua rilevanza. E se è vero che la Sicilia ha 18,2 punti di vantaggio rispetto alla media nazionale per quanto riguarda la disponibilità di connessioni ultraveloci, altrettanto palese è l’ampio divario tra la potenzialità della rete e la quota di famiglie che effettivamente vi hanno accesso. Il fatto, però, che una zona sia cablata non significa necessariamente che le famiglie concretamente vi abbiano accesso. I motivi possono essere tanti: non ultimi i disagi economici che impediscono alle famiglie di potersi permettere una connessione veloce. Nel dettaglio, le cose vanno meglio nel Siracusano e nella città di Palermo, dove quasi due terzi delle famiglie risultano raggiunte dalla banda ad almeno 100 Mbps. Superano la media regionale anche il Ragusano, il Catanese e il Nisseno.

 

3) La sicurezza degli edifici scolastici – In Sicilia, il 16,5% degli edifici scolastici statali sono classificati come vetusti. E se sotto questo aspetto la Sicilia presenta dati in parte più contenuti rispetto alla media nazionale, in città come Messina un quarto delle scuole non è adeguato per una corretta fruibilità. Salute e sicurezza sono aspetti fondamentali, che a maggior ragione devono essere garantiti anche all’interno degli ambienti scolastici. Per questo è importante che le aule siano adeguate. Il Covid-19 infatti ha reso ancora più evidente la necessità di avere a disposizione un certo tipo di spazi per permettere il ritorno in classe in sicurezza. Non solo in termini di ampiezza, ma anche di funzionalità.

 

4) Quanto sono raggiungibili le scuole con i mezzi pubblici? – In Sicilia la quota è inferiore di quasi 2 punti rispetto alla media nazionale, (84,2%), anche se la situazione varie sensibilmente a seconda della realtà. Ci sono province in cui le scuole raggiungibili con i mezzi superano il 90% di scuole raggiungibili con almeno un mezzo alternativo all’auto privata (le più virtuose l’Ennese, il Catanese e il Messinese) e altre con percentuali inferiori al 70%. Deve far riflettere il caso del comune di Sperlinga, nell’Ennese: l’unica scuola presente non risulta raggiungibile con i mezzi. Il dato nazionale: nel 2018 su 40.160 edifici scolastici statali in Italia, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, sono 34.531 quelle raggiungibili con mezzi di trasporto pubblico, cioè l’86%.


Il report è stato presentato il 22 giugno in diretta streaming dal sito di Fondazione Sicilia (www.fondazionesicilia.it), che ha ospitato l’evento. Alla presentazione hanno preso parte Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia, Gaetano Armao, vicepresidente e assessore all’economia della Regione Sicilia, Vincenzo Smaldore, direttore editoriale Openpolis, Giorgio Righetti, direttore generale ACRI, Marco Rossi-Doria, presidente di Impresa sociale Con i Bambini, Giovanna Messina, coordinatrice del progetto “Dappertutto. Territori e Comunità per inventare il futuro” del Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci, Angelo Moretti, project leader di “PFP, Progetti Formativi Personalizzati con budget educativi”, di Rete di economia sociale internazionale. Ha moderato Giovanni Pepi, giornalista.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo