Il Ministro dell'Istruzione inglese ha deciso: no agli smartphone a scuola, sono nocivi. Da qui la decisione di evitarne l’utilizzo a scuola fino a 18 anni.
La proposta sta facendo discutere, ma il Ministro dell’Istruzione britannico, Gavin Williamson, ha dichiarato che l’utilizzo degli smartphone produrrebbe effetti dannosi e quindi peggiorerebbe il rendimento scolastico, mettendo a rischio anche il benessere e la salute mentale degli studenti.
Tutto questo anche per aiutare i ragazzi a tornare a socializzare dopo la reclusione in DAD a causa della Pandemia. Il Ministro ne discuterà sia con i presidi che con i responsabili degli istituti.
Anche i Paesi scandinavi, in particolare la Norvegia e la Spagna si sono già mossi in questa direzione e sembra che siano aumentati i rendimenti scolastici e in Francia esiste una legislazione che limita l’uso nei luoghi scolastici.
Secondo uno studio locale, proprio per l’uso dei cellulari ci sarebbero stati cali di rendimento in media dell’8% e togliere i telefonini equivarrebbe a 5 giorni supplementari all’anno scolastico.
Per ciò che riguarda l'Italia, la proposta di vietare i cellulari in classe fino ai 12 anni è stata presentata a maggio e se ne discute. Così come si discute sull’età adatta per avere un proprio smartphone di cui non necessiterebbero finché non viaggiano e si allontanano per più tempo da casa.
No quindi al cellulare in quinta elementare, si alla fine delle medie. Anche perché fino alla maggiore età i genitori dovrebbero vigilare sui contatti dei ragazzi e sulle loro chat, quindi il ragazzo non è autorizzato a mettere password e lo smartphone non può essere suo, ma un bene da far gestire ai genitori che dovrebbero ad esempio requisirlo ai pasti e dopo le 21.00.
Ce la faranno i genitori? Sempre se non sono loro ad essere per primi dipendenti dai cellulari e quindi a dare il cattivo esempio.