E' un autentico "figlio di Salaparuta", la cittadina del Belice, Nino Pizzolato, oggi medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo.
La precisazione è d'obbligo, perché in tanti scrivono che è nato a Castelvetrano, ed è vero, ma è di Salaparuta. Come scrive un nostro lettore: "L' atleta arrivato oggi 3° nella pedana per sollevamento pesi categ.81 Kg alle olimpiadi di Tokyo "NINO PIZZOLATO" non è di Castelvetrano, ma è semplicemente nato per caso a Castelvetrano presso l'ospedale come tutti i ragazzi del Belìce. Nino è un autentico ragazzo di Salaparuta, dove ha sempre vissuto come i suoi genitori. I SALITANI tutti sono onorati di avere un campione come NINO".
Antonino Pizzolato ha regalato emozioni alle Olimpiadi di Tokyo. Una medaglia fortemente voluta quella del sollevatore italiano protagonista di una prova di forza. L'atleta siciliano ha alzato 200 kg posizionandosi alle spalle del cinese Lyu che ha poi vinto la medaglia d'oro. Negli ultimi due tentativi, l'azzurro ha provato prima a sollevare 203 kg, e poi già certo almeno del bronzo, ha provato a tirar su 210 kg. Niente da fare per Pizzolato, che con il suo terzo gradino del podio ha comunque ottenuto un risultato eccezionale, gettando il cuore oltre l'ostacolo.
"Nino" Pizzolato compirà 25 anni il prossimo 20 agosto. Campione europeo in carica da due edizioni, era stato bronzo ai mondiali del 2017. Adesso la consacrazione olimpica con il bronzo a Tokyo, che permette all'Italia di raggiungere il miglior bilancio di sempre nel sollevamento pesi: 3 medaglie azzurre in questa specialità erano arrivate soltanto a Parigi nel le Olimpiadi del 1924.
Nino Pizzolato dedica la vittoria ai nonni, appena scomparsi.
“È stata una gara dura, una lotta sul singolo grammo e anche contro i giudici” dice Nino. Antonino Pizzolato, nonostante la grande soddisfazione, esprime il suo rammarico “per il peso da 210 kg e non tanto per il 203 kg”. Alla fine però prevale la gioia, che ripaga tutti i sacrifici. Sulla strategia di gara ha detto: “Ritornando alla scelta finale del peso da sollevare, la motivazione, condivisa con lo staff tecnico è stata quella di voler attaccare, pur cercando di portare a casa una medaglia (dato a quel punto certa) e la scelta è stata degli allenatori”. Il segreto di Nino è stato quello di non smettere mai di attaccare, “sia con i muscoli che con la mente”. Come accade dopo ogni premiazione, ci sono i ringraziamenti, per tutto lo staff e per la famiglia. Merita spazio la dedica della vittoria ai quattro nonni, persi appena prima della partenza.
E sul futuro? Antonino, di servizio a Roma con la polizia di Stato, ritornerà dalla famiglia a Salaparuta(“non Castelvetrano, ma Salaparuta”, sottolinea con orgoglio), territorio del trapanese e profondamente segnato dal terremoto del Belice, per prendersi “qualche settimana di riposo in famiglia”.