Il 13 Settembre a Campobello di Mazara, alle porte della stagione olivicola, i braccianti hanno organizzato un presidio nella piazza antistante al Comune di Campobello di Mazara per presentarsi alla città come gruppo organizzato che si fa portavoce delle istanze dei lavoratori perlopiù migranti, che da più di un decennio sono la base strutturale dell’agricoltura campobellese e castelvetranese.
Dal momento in cui il processo di modernizzazione della produzione di olive da tavola nel trapanese si è compiuto, i lavoratori migranti si sono ritrovati al centro di retoriche e di interventi di stampo emergenziale, seppure essi abbiano sempre fatto fronte alla loro sopravvivenza organizzandosi autonomamente.
I braccianti oggi si presentano ai Sindaci di Campobello di Mazara e Castelvetrano, come rappresentanti delle rispettive comunità, per chiedere che qualsiasi intervento fatto sulle loro teste debba essere pianificato e organizzato con le loro teste e, soprattutto, che tali interventi debbano basarsi sulla volontà di rispondere a bisogni immediati (espressi dai braccianti stessi) e sul rispetto del lavoro, della salute e del diritto all’abitare.
"Vogliamo subito più acqua: attraverso una fornitura quotidiana durante il picco della raccolta e mediante l’installazione di punti di accesso lungo via Selinunte, la strada che congiunge i due comuni. Vogliamo punti luce nei pressi degli insediamenti. E vogliamo la rimozione immediata, senza se e senza ma, dei rifiuti che circondano il luogo in cui viviamo.
Chiediamo di essere rispettati e che il nostro diritto alla salute, come quello di tutti gli abitanti delle comunità di Campobello di Mazara e di Castelvetrano, venga rispettato. Da anni viviamo nell’immondizia, e prima della campagna Portiamo l’acqua al ghetto e dell’emergenza Covid-19 vivevamo anche senz’acqua. Non siamo più disponibili a negoziare su questo: la nostra salute è specchio di come stiamo tutti e non può essere strumentalizzata.
Chiediamo di avere parola ai tavoli con le associazioni datoriali, vogliamo essere ascoltati come sindacato di braccianti perché abbiamo tanto da dire sul nostro diritto a un lavoro sicuro e degno; e nell’immediato chiediamo di essere sostenuti con dispositivi di sicurezza, mascherine, guanti e scarpe adeguate.
Chiediamo l’accesso alle case subito e alle amministrazioni chiediamo, inoltre, di farsi da garanti con i cittadini delle comunità per cui rappresentiamo una risorsa economica. A tal proposito chiediamo che i grandi produttori del comprensorio si assumano le responsabilità delle nostre condizioni di salute e abitative. A loro infatti diciamo: non siamo braccia, siamo persone!
L’ascolto ricevuto ieri è per noi importante ma è solo l’inizio; siamo stanchi infatti di sentirci dire, come ogni anno, che anche questo non è quello giusto per mettere in atto gesti concreti, che diano il segno del valore che abbiamo. Agli impegni presi pubblicamente a partire dalle nostre rivendicazioni sul qui ed ora (acqua, rimozione immediata dei rifiuti senza se e senza ma e luce) da parte del Sindaco Giuseppe Castiglione e dell’assessore alle politiche sociali Massimiliano Sciacca, rispondiamo invitandoli alla festa di Magal per celebrare insieme la solidarietà, il lavoro giusto e mettere a verifica la volontà reale di mantenere un’interlocuzione".
I braccianti della Casa del mutuo soccorso Fuori Mercato invitano tutti, stranieri e non, all’apertura dello sportello sindacale in cui ogni giovedì dal 30 Settembre in via Ospedale n.12 "saremo in ascolto di istanze individuali dal punto di vista della salute, del lavoro e dei documenti".