Il ministero della Salute ha pubblicato una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione, Gianni Rezza, in cui ha raccomandato la vaccinazione contro il coronavirus alle donne in gravidanza e durante l’allattamento dei neonati. Nella circolare si dice che la vaccinazione è raccomandata in particolare per le donne nel secondo e terzo trimestre della gravidanza, con i vaccini a mRNA (quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna).
Diversi studi, scrive il ministero, hanno riscontrato nelle donne in gravidanza vaccinate un rischio significativamente inferiore di contrarre l’infezione da coronavirus rispetto alle donne non vaccinate. Inoltre è stato rilevato in alcuni casi il passaggio degli anticorpi attraverso il cordone ombelicale dalla madre vaccinata al neonato. Su oltre 200.000 vaccinazioni in gravidanza, non sono stati segnalati effetti avversi in eccesso rispetto a quelli delle donne non in gravidanza.
Per quanto riguarda le vaccinazioni durante i primi tre mesi di gravidanza, il ministero specifica che «sebbene la vaccinazione possa essere considerata in qualsiasi epoca della gravidanza, ad oggi sono ancora poche le evidenze relative a vaccinazioni eseguite nel primo trimestre» e che quindi le donne che desiderino vaccinarsi al primo trimestre «devono valutare rischi e benefici insieme a un sanitario anche alla luce dell’evidenza che la febbre, che rientra tra le possibili reazioni al vaccino, può causare un aumento del rischio di malformazioni congenite».
Potete leggere la circolare integrale qui.
Relativamente all’allattamento, invece, il ministero dice che è improbabile che i vaccini possano causare rischi per i neonati allattati: «i vaccini COVID-19 attualmente autorizzati sono tutti vaccini non vivi e vi è unanime consenso che non esista plausibilità biologica a sostegno di un possibile danno al neonato nutrito dal latte di madre vaccinata. L’mRNA viene degradato rapidamente senza entrare nel nucleo cellulare e nel latte materno non è stata rinvenuta alcuna traccia di mRNA correlato al vaccino. I vaccini a vettore virale non sono in grado di replicare, per cui per tutti i vaccini autorizzati in Italia è biologicamente e clinicamente improbabile che possa verificarsi alcun rischio per i neonati allattati».