Il disegno di un teschio, una croce con della vernice nera ed un’altra in legno con la scritta “per Nicola”. E’ l’undicesima intimidazione in quattro anni, ricevuta da Nicola Li Causi fondatore del centro polidiagnostico Multimedical di Castelvetrano.
La prima, il 5 dicembre del 2017: una croce e dei bossoli. Poi, a cadenza quasi semestrale, le altre, dalle lettere minatorie (“Sei morto”, “Siamo qui”, “Sbirro di merda”) alle auto danneggiate,
riempite di croci con un oggetto appuntito. L’autore, per gli inquirenti, è sempre la stessa persona.
Li Causi è il figlio di Vito, l’ex sindaco e deputato nazionale morto qualche anno fa.
E’ stato assessore nell’ultimo anno della giunta Errante, assistente parlamentare nel 2017 per l’onorevole Salvo Lo Giudice e, dall’aprile di quest’anno, per il gruppo di Italia Viva all’Ars.
Assicura di non aver mai ricevuto richieste estorsive e non ha la più pallida idea di chi possa esserci dietro le intimidazioni.
Ma le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso, anche se al momento sarebbe comunque difficile identificarlo: avrebbe infatti un cappello con la visiera, coperto da un cappuccio e camminerebbe chinato.
“Nel 2017 venne davanti casa mia a piedi – racconta l’imprenditore a Tp24 - poggiò la croce e i proiettili davanti al cancello e poi si allontanò nella stessa direzione, senza tornare indietro”.
Insomma, è uno che sta ben attento non soltanto alle telecamere di Li causi, ma anche alle altre nelle vicinanze. Un tipo prudente, che probabilmente fa un giro molto ampio prima di arrivare ed uno altrettanto ampio per ritornare da dove è partito.
Poco probabile che possa essere collegato alla criminalità organizzata. All’imprenditore non sono mai arrivate richieste estorsive. E in ogni caso, non sembrerebbero affatto le classiche modalità da racket che, per altro, in città è assente. Potrebbe invece trattarsi di qualcuno mosso da un risentimento personale, una sorta di vendetta. Come se fosse convinto di aver ricevuto un danno irreparabile.
“Ho fiducia nell’operato delle forze dell’ordine – ha aggiunto Li Causi – e spero che si possa arrivare presto ad una svolta. Io e la mia famiglia siamo stanchi”.
Egidio Morici