A Castelvetrano, Obiettivo Città chiede ancora una volta le dimissioni del sindaco Alfano.
L’opposizione dei consiglieri Calogero Martire, Salvatore Stuppia ed Enza Viola, dopo aver contribuito alla mancata approvazione del Documento Unico di Programmazione (ne abbiamo scritto qui) ed aver interpretato la proposta sul “Patto per la ripresa della città” avanzata dai consiglieri 5 Stelle nel documento di apertura inviato a tutte le forze politiche, come una proposta di azzeramento della giunta, dice: “Se vuole bene a questa città prenda atto del suo fallimento e si dimetta”.
Alfano, che ha condiviso quel documento attribuendo invece (insieme ai consiglieri del movimento) un significato del tutto diverso, non avendo avuto alcuna risposta da tutte le opposizioni a quella nota inviata nel novembre scorso, lamenta una chiusura.
Ma cosa succederebbe se il sindaco si dimettesse davvero?
Dopo 20 giorni le dimissioni diventerebbero effettive ed irrevocabili. Non potrebbe essere sostituito dal vicesindaco, perché questa possibilità è prevista soltanto in caso di assenza temporanea, e l’intero consiglio comunale decadrebbe. Poi il Prefetto provvederebbe a nominare un commissario, col compito di ultimare l’iter di scioglimento del consiglio comunale entro 90 giorni ed in questi tre mesi prenderebbe in carico tutte le attività del comune, avendo i poteri del sindaco, del consiglio e della giunta. Per lo scioglimento definitivo bisognerebbe però aspettare il decreto del Presidente della Repubblica. Poi si procederebbe con nuove elezioni amministrative. E per tutto questo tempo la città sarebbe guidata da un commissario.
Ovvio, le dimissioni di Alfano gioverebbero politicamente ad Obiettivo Città, che potrebbe contare su un ampio consenso, stavolta senza il voto emozionale delle ultime amministrative.
Gioverebbe un po’ meno al Partito Democratico, che storicamente non ha mai avuto i numeri sufficienti per governare, ma che potrebbe scegliere di farlo proprio col gruppo di Martire. Non sarebbe uno scandalo. Non lo fu nemmeno nel 2012, quando scelse di guidare la città con la destra di Felice Errante.
Oppure, come si dice in questi casi, un governo di salute pubblica. Ma sul serio. Senza particolari veti da parte dei 5 Stelle, ma anche senza la voglia di arrembaggio da parte delle opposizioni.
Egidio Morici