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31/01/2022 06:00:00

La complicata vicenda del portavoce a titolo gratuito per il comune di Castelvetrano

 Sia l’Ordine dei Giornalisti che l’Assostampa hanno chiesto al sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano di ritirare il bando pubblico attraverso il quale cerca un portavoce a titolo gratuito.

Duro l’Ordine: “Un’offesa alla dignità professionale. Non è derogabile mai, in nessun caso, il principio sancito dalla Costituzione secondo cui il lavoro si paga e ci sorprende negativamente vedere questo principio calpestato da una determina firmata da un dirigente comunale e avallata dal sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano”.

Durissimo l’Assostampa (il sindacato dei giornalisti): “Pensavamo di averle viste tutte nel settore dell’informazione da parte delle Amministrazioni pubbliche di questa provincia, ma al peggio non c’è fine” ha commentato Vito Orlando, segretario provinciale di Trapani, soffermandosi anche sull’aspetto etico del chiedere “ad un lavoratore di prestare la propria opera intellettuale senza compenso, come non accade nemmeno nel caporalato”.

 

Il sindaco Alfano ha replicato che al momento non può fare altrimenti: “Il comune di Castelvetrano è in dissesto finanziario e la normativa non consente di riconoscere indennità economiche - ha dichiarato all’Agi – l’alternativa sarebbe il silenzio obbligato”. Ha anche sottolineato “il diritto di una comunità ad essere costantemente e correttamente informata in ordine alle attività del sindaco e dell’Amministrazione tutta”, così come “il diritto/dovere dell’amministrazione di operare una comunicazione nella forma più semplice e chiara e quindi professionale, per arrivare a tutti i concittadini e non solo”.

 

C’è però un retroscena, che potrebbe aiutare a capire questa vicenda.

 

Da un po’ di tempo, i comunicati stampa del comune venivano redatti da una giornalista vicina ad un consigliere comunale di maggioranza. Una sorta di volontariato, compatibile nei tempi con la propria attività lavorativa in un settore completamente diverso. La giornalista però, oltre a scriverli,  li inviava alle redazioni giornalistiche locali, firmandoli e a volte inserendo perfino il proprio numero di tessera.

La cosa evidentemente avrà “incuriosito” qualcuno che, oltre a chiedersi se per quell’incarico fosse mai stata espletata una selezione pubblica, ha fatto anche le sue segnalazioni a chi di dovere.

Ecco perché, una o due settimane fa, l’Assostampa aveva già scritto al sindaco Alfano facendo rilevare l’anomalia.

Con molta ingenuità, l’esigenza di rendere formalmente trasparente questo tipo di aiuto, ha portato il sindaco a fare questo bando. Ma la pezza è stata peggiore del buco. Non soltanto per le censure ricevute da Assostampa e dall’Ordine dei Giornalisti, ma anche per i vivaci attacchi che ne sono scaturiti sui social, dove addirittura si è arrivati ad auspicare che la giornalista venisse radiata dall’ordine per aver accettato di lavorare gratis.

 

Al sindaco non rimarrà che ritirare il bando. Ma potrebbe farne un altro, chiedendo all’associazione del Movimento 5 Stelle di sostenere i costi (magari ridotti al minimo) di un addetto stampa, così come è stato fatto (con i dovuti distinguo) per il pagamento di tre annualità nella partecipazione del comune all’associazione nazionale Città dell’Olio.

 

Certo, a Castelvetrano gli incarichi di addetto stampa sono stati oggetto di verifiche anche in passato. Per esempio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso la cosiddetta “relazione Dagnino”, aveva rilevato che dal 2007 al 2011 l’addetto stampa del sindaco non era iscritto all’albo dei giornalisti. Invece nella relazione si sosteneva che secondo la legge l’incarico sarebbe dovuto essere assegnato ad un dipendente oppure, appunto, ad un soggetto esterno iscritto all’albo.

Allora la cosa non era di poco conto, considerando che, secondo l’ispettorato, i relativi importi liquidati avrebbero fatto profilare la concreta ipotesi di  “danno erariale pari all’importo erogato.

E non si trattava certo di trascurabili rimborsi spese. Insomma, l’ufficio legale nel 2012 ha avuto un gran da fare per mettere a punto le sue controdeduzioni e risolvere la vicenda.

 

Oggi la vicenda del bando di Alfano dovrebbe però riportare nel dibattito pubblico la questione della dignità del giornalista, il cui lavoro spesso non è adeguatamente riconosciuto dai giornali. Che a loro volta devono far fronte ad una tassazione esagerata che ha prodotto la scomparsa del rapporto dipendente ed ulteriori difficoltà per le collaborazioni occasionali e continuate, comportando l’aumento del popolo delle partite iva. Il tutto reso ancora più complicato da un’informazione sempre più simile all’intrattenimento e sempre più distante dall’approfondimento, che scoraggia di fatto il giornalista dall’avventurarsi in inchieste che in termini di interesse social (ormai canale principale di informazione) rischiano di essere superate dalle foto degli incidenti stradali.

Oggi, come ieri, il posto di portavoce è quello più ambito. E la maggior parte delle polemiche sulla dignità del giornalista, passa da lì.

 

Egidio Morici