Alla possibilità di una “pace” tra il sindaco Enzo Alfano ed il consigliere dell’opposizione più oltranzista, Calogero Martire, avevano creduto in tanti. Il dialogo annunciato da entrambi durante la trasmissione “Spazio Libero” a RCV di due domeniche fa, aveva dato l’impressione di un concreto spiraglio. Che purtroppo si era richiuso una settimana dopo (sempre a RCV).
L’occasione per mettere una pietra tombale sulla possibilità di risolvere il cronico stallo politico di un consiglio comunale spaccato in due metà contrapposte (12 la maggioranza 5 Stelle e 12 le opposizioni) è arrivata nelle sedute successive.
Mercoledì scorso lo spunto viene dato da un’interrogazione di Obiettivo Città (firmata da Martire, Viola e Stuppia), in cui si chiede al sindaco perché l’associazione Cotulevi, che ha firmato un protocollo con la Prefettura di Trapani e il Comune, abbia delegato sua moglie Vincenza Ippolito come presidente dello Sportello Antiviolenza.
E come mai, tra le figure professionali volontarie ci sia anche l’assessore Graziella Zizzo, dirigente del settore di Neuropsichiatria dell’ospedale di Castelvetrano.
Il sindaco Alfano ha spiegato che l’indicazione è arrivata dalla presidente della Cotulevi, Aurora Ranno, che non sapeva nemmeno che Vincenza Ippolito fosse sua moglie, valutando soltanto il fatto che da oltre 10 anni si occupa di volontariato, con la Caritas, l’Avo e più volte ha proposto delle iniziative contro la violenza sulle donne.
Insomma, nessun conflitto di interessi e nessuna incompatibilità, sia per Vincenza Ippolito che per la dottoressa Zizzo. Considerato anche che si tratta di un’attività di totale volontariato.
La consigliera di Obiettivo Città Enza Viola ha invece ribattuto che “per una questione di opportunità, politica, etica e morale, sua moglie doveva fare un passo indietro. Soprattutto perché in caso di contrasto tra l’associazione e l’amministrazione, non vedo in quale sede potrebbe essere risolta, se non quella di casa sua, magari.”
Il consigliere Salvatore Stuppia, altro firmatario dell’interrogazione, ha invece dichiarato che non gli interessa chi siano i referenti di quest’associazione. “Mi interessa capire che hanno delle buone referenze in generale. E questo è addirittura certificato dal ministero degli Interni – ha spiegato in consiglio - E non mi interessa nemmeno l’eventuale conflitto di interesse da parte di una collega (la dottoressa Zizzo, ndr), lavoriamo entrambi nel campo sanitario, dal momento che è dignità di ognuno discernere l’attività di sostegno a donne in difficoltà da un modo per considerarle, tra virgolette, delle pazienti. E’ una cosa che fa parte dell’etica di ogni professionista”.
Il motivo della firma di Stuppia è un altro: “Vorrei capire perché le utenze non sarebbero potute rimanere a carico del comune nel caso di Palma Vitae (la precedente associazione che gestiva lo sportello, ndr) e adesso sì”.
Ecco, non proprio un dialogo distensivo, da lasciar intuire un possibile avvicinamento o una riduzione della contrapposizione in vista di un (utopico) governo locale di salute pubblica.
E se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, a fugarli ha pensato il successivo consiglio comunale, in cui la trattazione del punto relativo alla riduzione dei componenti delle commissioni consiliari, ha prodotto uno dei confronti più accesi di sempre.
Seduta interminabile, sospesa perché ad un certo punto urlavano tutti.
Il risultato finale alla ripresa? Nullo. Ancora una volta 12 contro 12. Anzi, 12 contro 11 ed un astenuto.
Al momento, parlare di “governo di salute pubblica” sembra solo una battuta. Così come appare difficile che qualcuno dell’opposizione possa avere quel coraggio sufficiente ad amministrare la città con i 5 Stelle, visto il momento così difficile.
Avendo probabilmente il timore di essere messi alla berlina da chi, rimanendo all’opposizione, li considererebbe come corresponsabili di tutti i mali del mondo. Da questo punto di vista, politicamente, potrebbe anche rappresentare un investimento sbagliato per le prossime amministrative.
Ma uno stallo così cronico non fa bene a nessuno. Forse nemmeno a coloro che dal 2019 non hanno mai smesso la loro campagna elettorale.
Egidio Morici