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09/03/2022 06:00:00

Chiuse le indagini per il fedelissimo di Matteo Messina Denaro. Vincenzo Spezia accusato di pedofilia

 Vincenzo Spezia, fedelissimo di Matteo Messina Denaro e figlio dello storico boss di Campobello di Mazara, Nunzio Spezia, avrebbe abusato di tre bambini da quando è uscito dal carcere nel 2019 ( ne abbiamo parlato qui).

La procura di Palermo ha chiuso le indagini, e secondo i pm della Dda Paolo Guido e Francesca Dessì, che ne avevano chiesto il fermo, Spezia, tra aprile e giugno del 2020 avrebbe abusato di tre minori, due bambini e una bambina di 9 anni.

Sono stati i carabinieri del Ros che ascoltate le intercettazioni riguardanti il boss, scoprirono gli abusi sui bambini. Sarebbero una decina gli incontri registrati. Tra le tre vittime dell’orco, solo i due bambini sono stati identificati e una volta sottoposti a incidente probatorio hanno confermato tutte le accuse a carico dell’uomo.

Chi è Vincenzo Spezia - Vincenzo Spezia fu arrestato da latitante nel 2003 a Valencia in Venezuela ed estradato in Italia nel 2007. Il padre, Nunzio, è morto invece nel 2009. Tornato in libertà nell’estate del 2019, dopo aver scontato una condanna a 21 anni per droga e mafia, era rimasto sotto i riflettori della Dda di Palermo per la sua stretta vicinanza a Messina Denaro.

Le intercettazioni e le parole esplicite - In una intercettazione si sente Spezia proporre esplicitamente ad un bambino di masturbarsi davanti a lui, oppure di farlo insieme. In un’altra conversazione, avrebbe dato consigli ai bambini sue vittime su “come si fa con le donne” o impartiti lezioni sul rapporto sessuale. Le tremende intercettazioni, purtroppo raccontano di diversi episodi di violenze con le piccole vittime che hanno provato a resistere per quel che potevano, chiedendo di tornare a casa. In una altra intercettazione i carabinieri ascoltano Spezia che dice “Se fai la bravina ti faccio tanti regalini”, dice Spezia a una minore ed ancora: “Ti porto al mare”.

Gli atti delle indagini – Per gli inquirenti, Spezia avrebbe portato la vittima in luoghi isolati di campagna o all’interno di case diroccate. La “serialità e la brutalità delle condotte perpetrate da Spezia – si legge negli atti dell’inchiesta – che in plurime occasioni ha condotto le giovanissime vittime in luoghi isolati e talvolta anche chiusi, nei quali le vittime sono state costrette a compiere e subire atti sessuali”. Per gli inquirenti Spezia ha “abusato e approfittato delle giovanissime vittime, della loro minore età, delle loro fragilità delle loro inesperienze per assecondare i propri impulsi sessuali e ignobili perversioni”.