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13/06/2022 09:36:00

L'affluenza bassa per referendum e amministrative: è il fallimento della politica

 La politica era una cosa seria, poi gli avventurieri della stessa, lo scollamento con i territori, la presenza solo in occasione di ricerca del consenso consegnano una fotografia ancora più disastrosa del passato.


La percentuale dei votanti per il referendum è stata la più bassa della storia italiana, è accaduto anche a causa dei partiti, tranne poche e rare occasioni, che non hanno saputo spiegare bene i cinque quesisti, che non si sono soffermati con gli elettori ma è bastato un post sui social con un laconico “Io voto SI”, come se oggi all’elettore bastasse unicamente l’indicazione di voto che arriva da uno sconosciuto di provincia.


Niente incontri, niente programmazione negli anni, niente volontà di radicamento nei territori, il risultato anche per le percentuali dell’affluenza alle amministrative è stato basso, tranne a Petrosino dove la comunità ha risposto al voto in maniera massiccia.


Affluenza molto bassa ad Erice seppure i candidati a sindaco erano quattro, con tanti candidati al consiglio comunale, qualcosa in questa campagna elettorale non ha funzionato, la gente si è ancora di più disinteressata al voto.


A Palermo si è consumata l’amara e immemorabile vergogna dei presidenti che non si sono presentati all’apertura del seggio facendo slittare le operazioni e l’insediamento dello stesso, ci sono stati seggi che si sono insediati alle 17, quando le urne chiudevano alle 23 e si votava nella sola giornata di domenica.


Il disinteresse alla cosa pubblica, alla propria città, è quello l’elemento molto radicato e non sono bastati anni per una rigorosa e necessaria inversione di marcia.


Tutte le analisi che ne seguiranno, spesso da copione uguale a cinque anni fa, non saranno aderenti. La ricerca del consenso anche con il porta a porta, che dovrebbe avvicinare il candidato con l’elettore, è stato inteso come un disturbo, come una visita non gradita e, forse, nemmeno più efficace per strappare il voto.

Lo scoramento verso la politica e, dunque, verso la classe dirigente attuale con i vari esponenti di partito, non è accreditata, non ha credibilità, piuttosto disertano le urne.


Si grida contro il populismo ma la piaga da curare è proprio questa disaffezione che è diventata non esercizio del voto.