Finite le elezioni amministrative di Palermo e Messina, le due città metropolitane che indicheranno una via per le prossime competizioni, si apre la fase delle regionali.
Già a spoglio avanzato, man mano arrivavano i risultati che indicavano Roberto Lagalla vincente su Palermo e Federico Basile su Messina, si apriva il botta e risposta tra Nello Musumeci e Gianfranco Miccichè.
Cateno De Luca a Messina ha fatto un grande lavoro, consegnando a primo turno la vittoria del suo delfino con una percentuale del ben oltre il 50%, un dato dal quale bisognerà partire e con cui fare i conti: Cateno De Luca è candidato alla presidenza della Regione, non confrontarsi con questo risultato sarebbe da miopi. E lo sa bene Miccichè che ha aperto immediatamente ad un dialogo con De Luca e stoppando ancora una volta la fuga in avanti di Musumeci.
Forza Italia è il primo partito a Palermo, la lista raggiunge quasi il 12%, un risultato che porta il marchio di Miccichè e del suo gruppo, Gaetano Armao pur essendo un assessore di Forza Italia ha piazzato i suoi candidati in altra lista e non in quella del partito, c’è sentore di un nuovo assetto che faccia a meno di chi dentro il partito gioca a rompere. Miccichè poi non ci ha pensato due volte: “Musumeci deve fare un passo indietro”, il no al Musumeci bis è chiaro da parte di Forza Italia ma anche della Lega che a Messina vince e a Palermo invece fatica, così come l’Mpa e Noi con l’Italia non guardano di certo alla ricandidatura di Musumeci e la stessa Fratelli d’Italia oggi non può avere un pensiero unico.
Le prime parole di Lagalla hanno riguardato le ultime vicende: “L’uso politico della questione morale mi ha molto colpito e addolorato, si chiude l’era orlandiana che nel bene o nel male ha influenzato Palermo, alcune eredità sono importanti come la lotta per la legalità e le battaglie per i diritti.C’è da segnalare la grande astensione, che lascia pensare”.
Il risultato di Fabrizio Ferrandelli che va oltre il 14% apre nuovi scenari che riguardano proprio le regionali, a sottolinearlo è proprio Miccichè: “I voti non sono di Calenda”, e lo stesso Ferrandelli ha ringraziato i palermitani in conferenza stampa, nessuna pregiudiziale per chi ha vinto con cui auspica aprire un dialogo sulle questioni emergenziali della città.
Non si rimprovera nulla il centrosinistra, il candidato Franco Miceli ha giocato una partita difficilissima, l’eredità pesante di Leoluca Orlando è stata l’ombra di tutta la campagna elettorale ma da cambiare, dice, c’è la legge elettorale: “Abbiamo dato il massimo, ringrazio tutte le persone e la coalizione che ha lavorato con me in queste settimane, i cittadini che ci hanno votato. Abbiamo fatto il possibile. Non ho nulla da rimproverarmi o da recriminare. E’ sotto gli occhi di tutti che i dirigenti nazionali dei partiti sono venuti qui a sostenere la mia candidatura. In questo momento potrò essere consigliere comunale, un posto dove dare battaglia, vedremo anche in ragione dei miei impegni istituzionali vedrò come riuscirò a dividermi. Manterrò il mio impegno a far crescere la democrazia e la buona politica”.