Sabato scorso si è tenuta a Palermo la conferenza stampa con i leader dei partiti di centrosinistra, la questione affrontata è stata quelle delle primarie, che si svolgeranno il 23 di luglio.
I dem fanno sintesi sul nome dell’eurodeputata Caterina Chinnici, il segretario regionale Anthony Barbagallo ottiene l’avallo dei vertici nazionali, tuttavia i progressisti in Sicilia cercano un ulteriore momento di confronto.
La coalizione di centrosinistra va avanti, guardando alle regionali, non ha fatto analisi sulla sconfitta di Palermo che, certamente, non consegna una bella fotografia all’intera Sicilia. A quelle primarie parteciperanno anche Claudio Fava, da mesi ha sciolto la riserva indicando proprio la sua volontà di correre per la presidenza, e con molta probabilità anche un esponente dei pentastellati sarà in corsa, tra Giancarlo Cancelleri e Nuccio Di Paola questi i nomi da scegliere.
Si voterà con un sistema misto, tra voto online come voluto dal M5S e voto in presenza al gazebo, dal nome che ne verrà fuori si correrà per la compagna elettorale di autunno, bisognerà registrarsi entro il 21 luglio.
Il nodo più pesante è legato alla coalizione e al suo allargamento, si guarda con attenzione al Fabrizio Ferrandelli, quindi a +Europa e ad Azione ma anche ad Italia Viva.
Parlare di regionali senza una analisi del voto a Messina e Palermo non è una strada agile da percorrere, il M5S ha dato prova di avere più di un problema interno da risolvere, che poi si traduce in mancato consenso.
Nel centrodestra la variabile adesso è legata anche a Cateno De Luca, che è riuscito nell’impresa di andare oltre il 50% a primo turno con il sindaco Federico Basile. A De Luca guarda non solo Forza Italia ma pure Matteo Salvini, come alleato certamente poi si discuterà di eventuale presidenza. Sul Musumeci bis c’è un muro, le ultime manovre del governatore con la nomina in solitaria di Alessandro Aricò ad assessore regionale non è stata gradita, la performance poi elettore di Diventerà Bellissima dentro Fratelli d’Italia ha fatto nascere qualche dubbio anche ai vertici meloniani.
C’è un fronte che chiede un altro nome che unisca la coalizione di centrodestra, una coalizione che non può prescindere dal ruolo centrale di Forza Italia, da sola capace a fare la differenza, dove a Palermo si è ritrovata con 3 mila voti di lista in più senza alcuna preferenza espressa per i candidati al consiglio. Un chiaro segnale di un voto di opinione che non è mai venuto meno sugli azzurri, al di là di chi sia schierato nelle liste.
La candidatura di Nello Musumeci dovrà affrontare acque agitate.