Dopo la conferma della condanna a tre anni di reclusione da parte della Corte di Cassazione, per un appuntato della Guardia di finanza, giudicato colpevole di lesioni gravissime alla moglie, è arrivata anche la sospensione dal servizio.
Oltre alla pena detentiva, infatti, la Cassazione ha confermato anche i tre anni di interdizione dai pubblici uffici. Nel frattempo, è stato avviato anche l’iter amministrativo per decidere l’eventuale congedo del militare.
Ovvero, il licenziamento. Con calci e pugni, il 12 gennaio 2010, il finanziere avrebbe procurato alla moglie la rottura della milza, poi asportata in ospedale. Teatro dei fatti è stata la loro abitazione di Mazara. In fase d’indagine, la donna aveva dichiarato di essersi fatta male accidentalmente, a seguito di una caduta, ma il 23 giugno 2016, in Tribunale, a Marsala, in lacrime, dichiarò che era stato il marito a picchiarla, dopo che lei gli confessò che aveva una passione per un altro uomo. A ribadire agli inquirenti la tesi dell’accidentalità erano stati anche i familiari.
Ma dalle intercettazioni telefoniche sulle utenze del nucleo familiare, gli investigatori trassero la convinzione che a provocare quelle gravi lesioni alla donna era stato il marito. A svolgere le indagini, all’epoca coordinate dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata la sezione di pg della stessa Guardia di finanza della Procura di Marsala. In primo grado, il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte condannò l'uomo a sei anni di carcere. Poi, la Corte d’appello di Palermo, pur confermando la condanna, dimezzò la pena.