C’è la giunta comunale a Palermo, i nomi ci sono tutti le deleghe no perché si aspetterà il 21. Il sindaco Roberto Lagalla esce dal pantano dove lo avevano cacciato i partiti e vara, ad un mese e più dall’elezione, la giunta comunale.
Palermo ha delle emergenze che non ammettono rinvio, i nomi circolavano già da qualche giorno e, difatti, ci sono state pochissime variazioni: Carolina Varchi è vice sindaco, a lei la delega al Bilancio, Legalità, Beni confiscati e Società partecipate, la Varchi manterrà l’incarico almeno fino alle prossime elezioni nazionali essendo una parlamentare uscente di Fratelli d’Italia, sempre in quota Meloni c’è Giampiero Cannella e Dario Falzone; Forza Italia piazza in giunta Rosi Pennino, Aristide Tamajo, Andrea Mineo; la Lega schiera Sabrina Figuccia; in quota UDC c’è Antonella Tirrito, vicina all’assessore Toto Cordaro che tutti danno prossimo al passaggio proprio in UDC; Totò Orlando è in quota renziana; Giuliano Forzinetti per la Nuova DC di Cuffaro; chiude il cerchio Maurizio Carta, tecnico voluto dallo stesso sindaco, che si occuperà di Urbanistica.
Sciolto il nodo della giunta palermitana adesso la coalizione di centrodestra dovrà mettere mani alle elezioni regionali, il presidente uscente Nello Musumeci si dice pronto a ricandidarsi seppure Forza Italia continua con il suo stop alla figura del governatore. Musumeci dalla sua ha i sondaggi che lo darebbero vincente ma la coalizione ragionerà prima a Roma e poi a Palermo sul bis o meno e ci sono molte probabilità che si cerchi un nome alternativo e meno di rottura.
In ogni caso un primo orientamento sarà proprio dopo il 23 luglio, a risultato ottenuto dopo le primarie del centrosinistra che molto stanno facendo discutere per il fatto che i tre candidati, Barbara Floridia del M5S, Caterina Chinnici del Pd, Claudio Fava per i Cento Passi, seguono una linea politica diversa e in caso di vittoria dell’uno piuttosto che dell’altro potrebbe non esserci alcuna convergenza, questo scompiglierebbe ulteriormente le carte, deboli, del centrosinistra.
I circoli non si sono appassionati alla primarie e molti diserteranno i gazebo, mentre il voto online andrà meglio per i pentastellati che sono abituati all’utilizzo di questo strumento. Quaranta tra dirigenti del Pd e tesserati non voteranno e criticano le scelte del partito, spiegando le ragioni in un documento: “Le primarie sono uno strumento importantissimo al servizio della politica, un momento di discussione e di confronto, un termometro per verificare la partecipazione attiva dei territori. Purtroppo da troppo tempo assistiamo a decisioni prese “dall’alto”, decisioni al sapore di primarie, che non coinvolgono la base del partito, quella stessa base che dovrebbe rappresentare lo zoccolo duro di un partito, quella stessa base che ci mette energie, idee, e difende il partito in nome di una unità partitica che esiste solo sulla carta. Quella stessa base che poi, al netto di tutto, è chiamata a votare dei rappresentanti che avrebbe dovuto e voluto scegliere, ma che non ha scelto…Crediamo che oggi più che mai la Sicilia abbia bisogno di fare un grande salto di qualità, non un salto astratto ma realmente operativo.E ciò richiede uno sforzo politico e progettuale che ad oggi non vediamo.Dobbiamo mettere in atto una cultura sociale che permetta alla nostra terra di intraprendere un cammino virtuoso di tipo europeo.Un progetto capace di attrarre un arco di forze progressiste e di centro moderato che accompagni la Sicilia in questo percorso e che le consenta di affrontare i temi irrisolti, che sappiamo essere tanti. La storia ci insegna che ignorare i fatti ed i problemi non li elimina, al contrario li peggiora fino a farli esplodere”.
I firmatari di quella lettera parlano anche di un Pd che ha deciso tutto nelle segrete stanze senza avere cura dei problemi reali della Sicilia: lavoro, welfare, sanità. Nulla da dire sul nome della Chinnici ma la scelta calata dall’alto proprio non va ai tanti che hanno già deciso di non andare a votare per le primarie, non condividendo nemmeno l’alleanza ferma solo al M5S: "Avanziamo subito una proposta: la scelta delle primarie va fatta subito per la scelta dei candidati nelle liste del partito alla Assemblea regionale, proprio come si è fatto ad Enna. Soprattutto nelle Province più piccole questa scelta è una vera scelta di democrazia e partecipazione”.
Per votare alle presidenziali è necessario registrarsi entro il 21 luglio, possono votare anche i sedicenni, i seggi poi allestiti per il 23 luglio sono a Trapani presso l’Hotel Tiziano, a Marsala a Villa Cavallotti, ad Alcamo alla Cittadella dei giovani, a Mazara al Collegio dei Gesuiti.
Pronti per le elezioni regionali il partito della Meloni in provincia di Trapani, a scrivere è il circolo di Mazara del Vallo: “ A soli poco più di 100 giorni dalle Elezioni Regionali in Sicilia, i territori hanno il dovere morale di discutere, dare voce alle esigenze della comunità e darne giusta interpretazione attraverso delle proposte politiche celeri e credibili e frutto della condivisione con la base. Mazara del Vallo non può sottrarsi alla responsabilità di esprimere all'Assemblea Regionale Siciliana una figura all'altezza del compito di rappresentare una Comunità allo sbando e senza riferimenti. Per questa ragione il "Circolo Orgoglio e futuro" di Fratelli d'Italia, mentre altri guardano alla crisi di Governo o al dilemma Musumeci si / Musumeci no alla Presidenza, è pronto ad indicare il proprio candidato all'Assemblea Regionale Siciliana”.