La pietra tombale di questa crisi pesa più di altri su Giuseppe Conte, il suo di Movimento difficilmente avrà successo alle prossime elezioni, ha avuto la responsabilità di innescare un meccanismo nazionale, ai più nota come crisi, che non prevede alcuno sconto in campagna elettorale.
I cittadini ancora faticano a capire e comprendere a cosa davvero si vada incontro, non saranno mesi sereni e nemmeno di grandi e rosee prospettive, dai fondi destinati alla Sanità, alla crisi Ucraina e quindi al tetto del gas, agli aumenti sui beni alimentari e poi ancora la pandemia, perché non siamo fuori dal Covid-19. I prossimi mesi non saranno solo di campagna elettorale ma saranno di galleggiamento, una crisi che inizia sotto l’ombrellone e che vedrà la formazione del nuovo governo, se tutto andrà bene, non prima di fine novembre, senza pensare al fatto che andando a votare con questa legge elettorale si rischierà il bagno di sangue.
A finire triturati proprio quel che resta del Movimento Cinque Stelle e anche quel centrodestra che, solo a parole, dice di essere liberale ma che è miope, con una Forza Italia nazionale assoggettata alla Lega, bramosa di elezioni per scippare la leadership a Fratelli d’Italia.
Matteo Salvini non sa, o volutamente ignora, che il suo terreno è ancora più impervio: la fiducia degli italiani vacilla nella politica e ancor di più in chi è responsabile della fine della legislatura.
Mentre a Roma cade tutto in Sicilia si continua con il volemose bene, in casa Pd non cambia niente, le presidenziali si celebreranno e l’alleanza tra il Pd e i pentastellati pare essere solida, nonostante il segretario nazionale dem, Enrico Letta, abbia già detto che da oggi cambia tutto e che il Pd dovrà unicamente pensare a se stesso e a costruire le sue alleanze.
Matteo Renzi lo ha detto al senato e ribadito anche ieri: se il Pd continuerà sulla strada dell’alleanza con il M5S Italia Viva sarà da un’altra parte, i renziani siciliani hanno chiesto l’annullamento di queste primarie ma pare che nulla verrà toccato.
Claudio Fava inizia a dubitare della lealtà dei pentastellati: “Per quanto mi riguarda, le primarie vanno avanti, ma mi chiedo con quale spirito di lealtà domani il partito di Conte sarà capace di lavorare al servizio di questa coalizione. E soprattutto mi chiedo se saranno primarie senza Papi stranieri, né forestieri venuti in soccorso dal centrodestra. Delle due, l’una: o si lavora insieme, uniti, per il cambiamento oppure si governa con Raffaele Lombardo”.
A replicare a Fava è stato Giancarlo Cancelleri: “Mi sembra il disegno di una persona che sta facendo i capricci solo per poi poter avere la scusa e dire ‘io me ne vado e mi candido lo stesso’. Che lo dicesse subito, così almeno chiudiamo questa farsa. E’ l’antipasto per dirci che comunque vadano le primarie lui si candida lo stesso? E’ un continuo attacco a tutto e a tutti e in questo atteggiamento non c’è nulla di propositivo”.
In questo scenario anche il presidente della Regione Nello Musumeci sta pensando di giocare la sua partita, potrebbe infatti dimettersi e andare ad elezioni lo stesso giorno delle nazionali, cavalcando l’onda dei sondaggi in forte crescita della Meloni, numeri non così forti in Sicilia.
Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega è pronto per la sua battaglia: “Ci sono tutte le condizioni per il centrodestra in Sicilia di ripetere un risultato come il 61 a zero del 2001 alle prossime elezioni politiche. La legislatura volge alla sua fine e Draghi guiderà probabilmente un governo con le Camere sciolte. La Sicilia sarà dunque ancora laboratorio per un centrodestra unito che possa riconquistare il Paese e la Regione. Diventa molto probabile che l’elezione del presidente della Regione e del Parlamento siciliano coincida con il voto per l’elezione della Camera e del Senato”.
Gianfranco Miccichè non lascerà la palla in mano a Musumeci e ha già annunciato a breve il nome del candidato governatore azzurro: "Credo che tra domani e dopodomani decideremo. Sono previsti degli incontri, penso che si fara’ presto".
Il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Santangelo ripone piena fiducia in Conte: "Dire che la crisi è colpa del MoVimento 5 Stelle significa distorcere la realtà. Noi abbiamo semplicemente sollevato nove temi che ritenevamo e riteniamo tuttora indispensabili per il Paese. Perché davanti alla più grave crisi della nostra storia recente non ci si può limitare al compitino, ma servono risposte straordinarie. Le nostre proposte andavano in questa direzione: dalla conferma del Reddito di cittadinanza, al salario minimo, passando per gli aiuti immediati a famiglie e imprese, la transizione ecologica, il Superbonus 110%, il cashback fiscale, la rateizzazione delle cartelle e il taglio del cuneo fiscale. Mentre noi proponevamo questi temi c'erano altri partiti che parlavano di rimpasti o poltrone. Invece che cogliere il nostro invito, però, il Premier Draghi ha deciso di confermare le proprie dimissioni attaccando frontalmente il MoVimento 5 Stelle tradendo il chiaro intento di estrometterci dalla maggioranza, e forse anche quello di porre artificiosamente fine all'esperienza di Governo. Dopo avere ascoltato le sue parole non potevamo fare altro che confermare la nostra linea. Così non abbiamo partecipato al voto sulla fiducia. Siamo orgogliosi di avere agito anche questa volta nell'esclusivo interesse dei cittadini. Lo abbiamo fatto, come sempre, senza guardare il nostro tornaconto personale, ma soltanto quello del Paese. I partiti pensano già di averci neutralizzato definitivamente, ma non hanno capito che abbiamo ritrovato compattezza intorno a Giuseppe Conte, figura autorevole e leader risoluto. Sono certo che con lui e tutti insieme riusciremo a convincere gli elettori che il MoVimento 5 Stelle è ancora l'unica forza innovatrice del panorama politico italiano".
Per Nuccio Di Paola (PD) c'è ancora piena sintonia in Sicilia con il M5S: “Con il PD in Sicilia c'è la massima sintonia e la ferrea determinazione a portare a compimento il percorso delle Presidenziali. Suscitano però grande perplessità le dichiarazioni del vicesegretario PD nazionale Provenzano che in un post su Facebook ha sottolineato l'irresponsabilità del M5S, accusandolo, assieme a Fi e Lega, persino di viltà. Al PD nazionale pertanto chiediamo chiarezza sull'alleanza in Sicilia: ci dica ora se vuole proseguire il comune cammino e non aspetti il verdetto delle primarie per pronunciarsi”.