Una procedura di fallimento aperta e chiusa nella stessa giornata e per gli ex dipendenti della Siciliana inerti e bituminosi – azienda confiscata alla mafia - oltre al danno per la perdita del posto di lavoro è scattata anche la beffa: esclusi dal fondo di garanzia Inps. Ergo, niente mensilità e Tfr. Questa mattina, il sit-in davanti alla Prefettura di Trapani. Amareggiati, delusi ma non rassegnati gli ex dipendenti si affidano ora al prefetto Filippina Cocuzza “affinchè – dicono – vengano riconosciuti i nostri diritti calpestati”. Con loro in piazza anche le mogli. “In questi anni – dicono - siamo andati avanti grazie ai nostri figli. Di solito sono i genitori che aiutano i figli; nella fattispecie, però, sono loro che aiutano noi”. Accanto agli ex lavoratori, la Fillea Cgil.
“Gli impegni assunti dall'Agenzia dei beni confiscati – denuncia il segretario generale, Gaspare Giaramita – sono stati ampiamente disattesi”.
L'azienda venne confiscata a Tommaso “Masino” Coppola, arrestato nel 2005 e condannato per mafia per aver pilotato appalti per conto del boss latitante Matteo Messina Denaro. Gli ex lavoratori, una ventina in tutto, attendono, ancora, il pagamento delle retribuzioni, da 24 a 18 mesi di arretrati e il Tfr, nonostante, lo scorso giugno, siano state ultimate le operazioni di liquidazione della società e definiti i crediti che l'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati dovrà corrispondere. Cifra che ammonterebbe intorno a 600 mila euro. Nel video qui sotto, le parole della signora Antonina Vultaggio moglie di un ex lavoratore: