Scena muta. Andrea Bonafede, colui che, da incensurato, ha prestato l’identità al boss di Cosa Nostra (negli ultimi anni di latitanza) è finito in carcere a Palermo e lì, oggi, è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia. L’accusa, nei confronti del 59enne geometra di Campobello di Mazara (paesino in provincia di Trapani), è di associazione mafiosa. Bonafede si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’interrogatorio di garanzia nei confronti di Andrea Bonafede è iniziato intorno alle ore 11 di nel carcere Pagliarelli di Palermo. Presenti anche il procuratore Maurizio De Lucia e il pm della Direzione distrettuale antimafia, Piero Padova.
Il giudice per le indagini preliminari (gip) a condurre l’interrogatorio nell’aula bunker del carcere era Alfredo Montalto. Bonafede si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto è stata rafforzata la scorta a Paolo Guido, il sostituto procuratore che ha condotto le indagini.