Renato Schifani è in silenzio. Sulla vicenda, molto imbarazzante, del “SeeSicily” non ha pronunciato una sola parola. Il governatore ha abituato tutti al suo modo di fare, senza clamore e senza luci mediatiche, mette direttamente innanzi al fatto compiuto.
Silenzio anche quando il Movimento Cinque Stelle chiede che la delega al Turismo non sia più esercitata da Fratelli d’Italia: cambiano i nomi, restano gli scandali.
Seppure le spese sotto attacco siano riconducibili al precedente governo, guidato da Nello Musumeci, Schifani ci va cauto ma non lascia travolgersi da ulteriori indiscrezioni: stretta sulle spese per ogni tipo di promozione o di comunicazione, c’è una delibera e tutti gli assessorati che affronteranno spese di quel tipo dovranno prima confrontarsi con gli uffici del Presidente: “Sarà una responsabilità collegiale”.
Nel frattempo Schifani è anche alle prese con i guai elettorali di Catania, non ci sono elementi di convergenza su un unico candidato di centrodestra e questo significa ulteriore tensione in una coalizione che mira, almeno in apparenza, all’unità. Si vorrebbe evitare una ulteriore tensione con la Lega, proprio quando è stato da poco avviato un ulteriore confronto fra il governo nazionale e la Regione Siciliana sulla rivisitazione dell’accordo per il rientro dal disavanzo regionale.
Un vertice che si è tenuto a Roma fra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il presidente Schifani, accompagnato dall’assessore all’Economia, Marco Falcone: “Abbiamo riscontrato - sottolinea il governatore Schifani - la disponibilità del ministro Giorgetti a ridiscutere i termini dell’accordo tra Stato e Regione, alla luce del mutato quadro economico-sociale del Paese e della nostra Isola, evidenziando la necessità di rivedere alcuni vincoli per sostenere e rendere più funzionale lo sforzo di risanamento che la Sicilia sta compiendo”.
Il caso Catania non è un caso per i leghisti ma una opportunità di vittoria: “Con grande senso di responsabilità abbiamo ribadito l’importanza dell’unità della coalizione e trovato convergenza su tre capoluoghi. Adesso, in vista della definizione del nodo Catania e delle decisioni sulle altre importanti città non capoluogo al voto, ci aspettiamo il rispetto che merita un partito nazionale al governo, come il nostro, che per la tenuta della coalizione ha rinunciato anche a Siracusa. Attendiamo mercoledì, auspicando di ricevere buone notizie dagli alleati. Dopo la nostra apertura in tutti gli altri centri, sarebbe incomprensibile non concedere la città di Catania ad una candidatura autorevole della Lega”. Sono queste le parole pronunciate dalla coordinatrice regionale della Lega, Annalisa Tardino.
E non pende alcun “Caso Trapani” sulle amministrative di maggio, lo afferma proprio Mimmo Turano, assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale: “L’individuazione di candidati unitari deve essere l’obiettivo della coalizione di centrodestra. Unità che a Catania può realizzarsi attorno a Valeria Sudano, l’unica candidatura che la Lega propone con forza perché siamo consapevoli che è il profilo migliore per la città. L’unità del centrodestra - continua Turano - è un valore importante nell’azione di governo come nelle competizioni elettorali. La realtà, sotto gli occhi di tutti, è che sono in prima linea per l’unità e il successo della coalizione e del mio partito alle comunali. Insieme a tutti i dirigenti della Lega lavoreremo a testa bassa per fare vincere ovunque i candidati della coalizione”.
Poi interviene anche sulle amministrative di Trapani: “Alcune ricostruzioni giornalistiche hanno messo al centro un presunto ‘caso Trapani’ che francamente non vedo. A Trapani, come in qualunque altra parte, sono in campo per la vittoria del centrodestra”.
E sulla presunta freddezza con il Presidente della Regione Schifani, Turano liquida la questione: “I rapporti con il Presidente sono ottimi, la collaborazione è stretta e improntata alla massima fiducia. Il resto mi pare siano osservazioni a distanza di aspiranti esperti di psicologia relazionale”.